Economia

A conti fatti – Quanto ci costa la stangata Ue sul debito

di Giovanni Vasso -

The Italian Minister of Economy and Finance, Giancarlo Giorgetti during the closing press conference of G7 in Stresa (Vb), Northern Italy, 25 May 2024. The G7 of Finance Ministers and Central Bank Governors runs from 23 to 25 May. ANSA/JESSICA PASQUALON


Tutto come (ampiamente) previsto. Dopo la grancassa elettorale, mentre ancora fervono trattative e discussioni per disegnare la Commissione che verrà, l’esecutivo Ue ha stangato l’Italia inserendola nel novero dei Paesi che saranno sottoposto a una procedura di infrazione per eccessivo deficit. Come già si sapeva da mesi. Nel “gruppo” dei cattivi siamo in ottima compagnia dal momento che ci sono anche Francia e Belgio. Ora occorrerà stringere la cinghia e ridurre la spesa di (almeno) 11-13 miliardi l’anno per sette anni. In modo da rientrare nei parametri di sostenibilità previsti dal nuovo Patto di Stabilità. Ma il ministro Giorgetti ha già un piano: stop al modello “Lsd” (lassismo, sussidi e debito), più attenzione alla spesa e agli investimenti. Il taglio al cuneo fiscale non sarà messo nemmeno in discussione e si farà.  

A Roma il futuro dell’agricoltura globale. Si è tenuto presso la sede romana della Fao il meeting annuale dell’Organizzazione mondiale degli agricoltori. Da ogni parte del globo si sono riversati nella Città Eterna esperti, contadini e rappresentanti delle cooperative che si sono confrontati con istituzioni governative, università, enti di ricerca, banche e finanziatori. “Un dialogo politico e globale sul cibo e l’agricoltura”, ha dichiarato il presidente del Wfo Arnold Puech d’Alissac. Temi che, tra guerre e crisi globali, si stanno riprendendo il ruolo, centrale, che spetta loro.

We are the Champions, anche nei conti. La musica fa girare la testa come i numeri che la accompagnano: per acquisire il catalogo dei Queen, Sony ha speso qualcosa come un miliardo di sterline, pari a 1,18 miliardi di euro. La multinazionale giapponese s’è accaparrata (anche) i diritti sul brand della band fondata da Freddie Mercury, Brian May e Roger Taylor. Si tratta di una somma pari a quasi il doppio di quella investita per il catalogo di Michael Jackson (600 milioni di dollari) e di Bruce Springsteen (mezzo miliardo).


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