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A Bruxelles summit sui Balcani, pressing Montenegro in Ue

di Angelo Vitale -


Da pochi minuti è iniziato a Bruxelles un summit sui Balcani. Vi è arrivata pure la premier italiana per i lavori del primo vertice presieduto dal portoghese Antonio Costa nelle vesti di nuovo presidente del Consiglio europeo. Il summit, che si svolge alla vigilia del Consiglio, serve a fare il punto sul partenariato strategico tra Ue e Balcani occidentali e sull’integrazione dei Paesi dell’area nell’Unione europea: il 1º luglio 2013 la Croazia è stata il primo dei sette Stati ad aderire all’Ue, mentre l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro, la Macedonia del Nord e la Serbia sono Paesi candidati. Nel dicembre 2022 il Kosovo ha presentato domanda di adesione. Mentre il Montenegro è un “frontrunner” nel processo di adesione all’Ue e si è posto l’obiettivo di diventare il 28esimo membro dell’Ue entro il 2028. Così il premier montenegrino Jakov Milatovic, a margine del vertice. Il Paese, ha sottolineato, è “l’unico ad avere aperto tutti i capitoli” di adesione “e siamo riusciti a chiuderne sei”. Se Podgorica entrasse nell’Ue, si manderebbe al resto della regione il messaggio che “l’allargamento è vivo”, ha concluso.

Nel corso del dibattito di questa mattina al Senato, la premier Meloni aveva affrontato la questione dei Balcani occidentali: replicando alle opposizioni, la presidente del Consiglio aveva convenuto sulla necessità di una “riunificazione” della Ue con i Balcani (“in questo l’Italia è in prima fila”), anche per scongiurare i rischi di una penetrazione russa in tutta l’area, a partire dalla Serbia. “C’è una possibile influenza russa e noi dobbiamo rispondere a quel tentativo di avanzata, avvicinando i Balcani occidentali. Io sono d’accordo su questo”, ha spiegato Meloni. Ma a proposito delle critiche rivolte dalla sinistra alle posizioni filo-russe del governo ungherese di Viktor Orban, la presidente del Consiglio ha messo in guardia: “La proposta sull’Ungheria è: buttiamola fuori dalla Ue perché non ha le nostre posizioni sull’Ucraina? Questo è in contraddizione, perché la lente con la quale leggete i fenomeni è sempre quella amico/nemico. In politica estera non funziona così. Se l’Europa ragiona così è già morta, e io non la voglio uccidere”, ha proseguito la leader di Fdi rivolgendosi ai banchi dell’opposizione.

Sul tavolo del summit a Bruxelles pure alcune questioni cruciali come la sicurezza e la gestione della migrazione. Ma soprattutto si parlerà del piano di crescita, avviato nel 2023 per favorire l’integrazione dei Paesi dei Balcani nel mercato unico dell’Ue, incentivando le riforme necessarie. Secondo la Ue, il piano potrebbe raddoppiare la crescita economica nella regione nei prossimi dieci anni, a condizione però che i partner attuino le riforme promesse. Sempre oggi la premier incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insieme ad altri leader europei e al segretario generale della Nato, Mark Rutte: la riunione dovrebbe tenersi in serata.


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