Esteri

A Bruxelles l’Europa allontana la pace e si avvicina alla guerra

di Ernesto Ferrante -


In “Guerra e pace”, il capolavoro di Lev Tolstoj, è scritto che “le idee che hanno enormi conseguenze sono idee semplici”. Parafrasando lo scrittore e filosofo russo, si potrebbe aggiungere che quelle che hanno effetti disastrosi, sono invece contorte e albergano a Bruxelles, vista e considerata la furia bellicista dei burocrati con l’elmetto che conducono le danze.

Il Consiglio europeo straordinario (di guerra) si è aperto con il consueto scambio di vedute con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a cui è seguito un pranzo di lavoro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che di fatto ha “spoilerato” i punti salienti delle due sessioni di lavoro a 27 dedicate all’Ucraina e alla difesa europea.

Il primo appuntamento con i leader al completo dall’avvio dei contatti diretti fra Stati Uniti e Russia per porre fine al conflitto in corso, ha ricalcato per contenuti e prospettive quelli a ranghi ridotti delle ultime settimane. Nell’Europa delle “coalizioni semaforo” e delle conventio ad excludendum la diplomazia viene considerata un’opzione residuale.

“L’Europa deve essere messa nelle condizioni di difendersi e proteggersi e dobbiamo mettere anche l’Ucraina nelle condizioni di difendersi e far pressione per una pace giusta e duratura, una pace attraverso la forza”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, riproponendo la sua bizzarra idea di pace da raggiungere con il piano “ReArm Europe”, presentato ai leader del Consiglio, che prevede 800 miliardi di euro per l’equipaggiamento militare.

“Soprattutto è un piano che aiuterà l’Ucraina perché gli Stati potranno investire nell’industria della difesa Ucraina o potranno procurarsi equipaggiamenti militari e darli all’Ucraina. Complessivamente è un grande passo avanti, come necessario in questi tempi straordinari”, ha spiegato von der Leyen.

Zelensky, presente all’Europa Building, si è affidato a “X” per elencare gli impegni assunti dalla presidente della Commissione europea e dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa: “Difesa aerea, armi e munizioni per l’Ucraina, consegne tempestive, rafforzamento dell’industria della difesa ucraina, negoziati di adesione all’Ue, necessità di aumentare la pressione delle sanzioni sulla Russia e lotta contro l’elusione delle sanzioni”. Una ricetta piena zeppa di tutti gli ingredienti giusti per allontanare i negoziati e azzerare le possibilità di poter avere un posto al tavolo con Washington e Mosca.

Il Consiglio europeo “invita la Commissione a esplorare ulteriori misure, tenendo conto delle opinioni del Consiglio, garantendo al contempo la sostenibilità del debito, per facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale in tutti gli Stati membri” e accoglie “con favore l’intenzione della Commissione di raccomandare al Consiglio l’attivazione, in modo coordinato, della clausola di salvaguardia nazionale nell’ambito del Patto di stabilità e crescita come misura immediata”, si legge nell’ultima bozza delle conclusioni del vertice Ue. Risalta l’assenza dell’Europarlamento, che evidentemente Ursula von der Leyen e soci vogliono ridurre al rango di mera assemblea di ratifica.

Tira davvero una brutta aria, a giudicare da certe esternazioni. “L’Europa deve vincere questa corsa agli armamenti”, ha tuonato il premier polacco, e presidente di turno del Consiglio Ue, Donald Tusk, arrivando all’incontro. “Per me la cosa più importante ora è, a essere sinceri, riarmare l’Europa. E non credo che abbiamo molto tempo”, gli ha fatto eco la premier danese, Mette Frederiksen.

Sull’altro fronte, il Cremlino ha fatto sapere che l’opinione del Segretario di Stato americano Marco Rubio, secondo cui il conflitto in Ucraina è una “guerra per procura” tra Stati Uniti e Russia, è in linea con la valutazione dello stesso presidente russo Vladimir Putin. Rubio ha parlato a Fox news con croce nera sulla fronte, simbolo del mercoledì delle ceneri. I credenti la applicano per manifestare il proprio pentimento.

Quella che va raggiunta è “una pace sostenibile che soddisfi la Russia”. Per questo, “non farà concessioni a nessuno” sull’Ucraina, ha affermato Putin, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. “La Russia non rinuncerà mai a ciò che è suo”, ha ribadito il presidente russo.

Avvertimento finale per il presidente francese Emmanuel Macron, in preda a pulsioni di tipo nucleare: “Ci sono persone nel mondo che vogliono tornare ai tempi della campagna di Napoleone”, ma “dimenticano com’è finita”.


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