UCRAINA, AUMENTO DEL 50% PREZZO DEL GRANO
I prezzi del grano siglano nuovi record sui mercati internazionali mentre crescono le preoccupazioni sull’offerta, dopo lo stop alle esportazioni da Ucraina e Russia, che insieme producono il 30% del grano esportato nel mondo e che hanno ancora nei silos il raccolto dell’ anno precedente. “Non se ne vede la fine perché il 30% delle esportazioni mondiali di grano è stato tagliato fuori dal mercato globale”, ha dichiarato Carsten Fritsch, analista di Commerzbank.
Il grano trattato a Chicago, considerato un benchmark internazionale, è aumentato di oltre il 50% a causa dell’ invasione russa. I prezzi sono saliti fino a 13,40 dollari per bushel oggi, mentre il grano europeo da macina a Parigi ha raggiunto il record di 405 euro la tonnellata. Lo stop all’export russo e ucraino arriva nel momento in cui l’ inflazione nel settore alimentare ha già toccato cifre stellari. Secondo il Fondo monetario internazionale, l’aumento medio dei prezzi dei generi alimentari è stato del 7,8% a gennaio, record da sette anni a questa parte.
Una delle conseguenze maggiori del forte aumento dei prezzi è sicuramente la diminuzione della capacità d’acquisto dei paesi importatori di grano. La Turchia ad esempio, uno dei principali acquirenti di grano russo, nei giorni scorsi ha dovuto ridurre i volumi comprati in un’asta internazionale a 285.000 tonnellate, rispetto al fabbisogno di 370.000 tonnellate.
Inevitabilmente la domanda si è spostata verso cereali alternativi e ha comportato un aumento significativo del mais negli ultimi giorni, quasi il 10 per cento dall’inizio del conflitto.
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