Libera navigazione dei natanti all’estero. Caos nell’Adriatico, stop di Slovenia e Croazia: qui non si passa
Che pasticcio sul diportismo: il governo “concede” ai natanti italiani la libera circolazione anche in acque straniere ma Croazia e Slovenia chiudono tutto eccependo di non essere state neanche interpellate da Roma. Il 20 dicembre scorso, col decreto sul Made in Italy, era stata estesa ai diportisti la possibilità di acquisire l’attestazione di proprietà dei natanti non immatricolati, tramite dichiarazione di costruzione o importazione e a quella sostitutiva dell’atto notorio rilasciata dallo sportello dell’automobilista. Finalmente una svolta che, sulla carta, avrebbe dovuto consentire di semplificare, e di molto, i rapporti con le autorità portuali straniere. Ma proprio qui s’è inceppato tutto. Già, perché nell’Adriatico, è già scoppiato il caso. Stando a quanto riporta il Piccolo di Trieste, da Zagabria e da Lubiana è arrivata la doccia fredda. La normativa, per esprimere i suoi effetti, deve essere (almeno) bilaterale. E cioè recepita anche dagli altri Stati. Ma Croazia e Slovenia hanno riferito di non aver mai ricevuto alcuna informazione in merito al progetto italiano. E, contestualmente, hanno ribadito la loro contrarietà ad aprire porti e acque territoriali a natanti senza targa. Tuttavia, dal Ministero dei Trasporti, fanno sapere che l’iter comincerà quando il decreto sarà pubblicato ufficialmente, insomma sarebbe tutta una questione burocratica e andrebbero attesi i tempi della Gazzetta Ufficiale anche solo per intavolare una trattativa con i governi dei Paesi confinanti. Intanto i diportisti rischiano sanzioni se non si atterranno alle norme imposte da Slovenia e Croazia a prescindere dall’iniziativa legislativa italiana di cui né Lubiana e né Zagabria hanno saputo se non dalle domande pervenute dai giornalisti italiani. E, per il momento, immaginare una crociera in acque slovene o croate resta un sogno.
Un bel pasticcio, dunque. Su cui adesso occorrerà trovare un focus per una soluzione. Anche perché ne va del futuro di un settore, quello della nautica, che ancora deve riprendersi dalle mazzate inflittegli da un altro governo, quello guidato da Mario Monti, e che rappresenta, per l’Italia, un importante comparto economico.
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