Esteri

Gaza: la Turchia chiede all’Onu di fermare Israele

di Ernesto Ferrante -


Sono oltre 100 le vittime del massiccio attacco delle forze di difesa israeliane sulla città di Rafah. Pesantissimo il tributo di sangue pagato da donne e bambini. “L’attacco dell’esercito di occupazione nazista è una continuazione della guerra genocida e dei tentativi di sfollamento forzato che sta conducendo contro il nostro popolo palestinese”, ha scritto Hamas in un comunicato.
La Turchia ritiene questa prova di forza “come parte di un piano per espellere la popolazione di Gaza dalla sua terra”. Ankara ha lanciato un “appello alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, affinché adotti le misure necessarie per fermare Israele”.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito al premier olandese Mark Rutte che “Israele non lascerà intatti i battaglioni dei terroristi a Rafah” e “la guerra è destinata a continuare fino alla vittoria totale su Hamas”.
Il ministero degli Esteri e il ministero dell’Interno di Israele hanno comunicato la decisione di vietare l’ingresso in Israele alla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese. In una nota viene accusata di aver rilasciato delle dichiarazioni scandalose in relazione all’attacco del 7 ottobre 2023. Immediata la reazione della relatrice speciale: “Sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come chiesto dall’Onu non facilitando il mio ingresso nel Territori palestinesi occupati”. Secondo Albanese, quella israeliana è una tattica per “per distogliere l’attenzione da quello che succede a Gaza soprattutto dal 7 ottobre: circa 30.000 i morti che in Occidente non fanno notizia (70% donne e bambini), 10mila ancora sotto le macerie, circa 70mila i feriti, 2 milioni di sfollati, massacri quotidiani e incessanti a dispetto delle misure cautelari imposte dalla Corte di Giustizia Internazionale che ha riconosciuto il rischio di genocidio commesso da Israele”.
La Gran Bretagna ha imposto sanzioni contro quattro coloni israeliani “che hanno attaccato violentemente palestinesi nella Cisgiordania occupata”. Per l’Anp si tratta di “un passo importante” che va “nella giusta direzione”.


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