Un Sanremo meno radical e più concreto
di LORENZA SEBASTIANI
“I miei festival non sono politicamente schierati, tant’è che in passato sono stato attaccato da destra e da sinistra”. Amadeus apre il 74esimo Festival di Sanremo con intenzioni chiare e nuove. Sul palco niente monologhi-piagnisteo a cui i precedenti coconduttori (soprattutto coconduttrici) ci avevano abituato, ma più problemi del Paese. Non teorie, né ideologie, ma grane vere. Qualcuno ha definito Meloniano questo nuovo Sanremo, ma il conduttore non ci sta e dichiara di aver agito e pensato liberamente lungo tutto l’arco della creazione della nuova edizione.
Si parla di vittime di città violente, di problemi sul lavoro e di una possibile presenza sul palco degli ormai celebri agricoltori, la cui protesta per Amadeus è “giusta, sacrosanta” perché “difende il lavoro e la sua tutela”. Danze aperte, quindi, ma musiche diverse. Ieri è stato il momento di Daniela Di Maggio, madre di Giovan Battista Cutolo, il giovane musicista ucciso in strada a Napoli dopo una lite ad agosto scorso, reo di aver difeso un amico. Domani (giovedì 8) sarà il momento di Stefano Massini e Paolo Jannacci con la loro canzone (fuori concorso) L’uomo nel Lampo. “Una brano bellissimo – ha sottolineato Amadeus – parla di morti sul lavoro, ce ne sono ancora troppi. La fotografia di una famiglia, di un padre e di suo figlio, un bambino piccolo che a causa di un tragico evento di quel tipo non ha mai potuto conoscerlo”.
Un festival senza lagne su finti razzismi e “ismi” vari (salvo, in sala stampa, il crollo dell’Amoroso sulla valanga di odio social), ma caratterizzato da momenti di riflessione di chi sta attraversando momenti difficili e ha bisogno di un faro puntato, che faccia luce su una possibile soluzione. Nella prima puntata anche la sciatrice Federica Brignone, l’italiana con il migliore palmares di sempre. E un omaggio a “un italiano vero”, Toto Cutugno. Coconduttore Margo Mengoni che si è esibito sulle note della sua Due Vite, non ha fatto monologhi in senso puro, ma ha cantato tanto e con onestà, “so di attirare l’invidia di molti miei colleghi che vorrebbero stare qui al posto mio a dire ‘dirige l’orchestra’ ”.
Insomma, Amadeus, pur dimostrando notevole elasticità di pensiero e vedute, per ora conferma l’intenzione di abdicare al trono della conduzione sanremese, indipendentemente dai risultati che questo festival porterà. “Credo per me si debba chiudere un ciclo, anche per pensare a nuovi progetti”. Esilarante l’intervento di Enrico Lucci in sala stampa che ha incalzato il conduttore e Mengoni prima a dichiararsi ‘antifascisti’ e poi a cantare Bella Ciao. E loro ovviamente l’hanno fatto, proprio perché la nuova regola è mostrare di non avere più regole. Non ci resta che attendere le prossime serate per vedere se sia vero.
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