“Il Pd per andare dietro a Conte ha perso la bussola. Ogni voto riformista perso è un voto in più per Meloni. Prevarranno, dunque, le ragioni dell’unità e potremo costruire una lista che ambirà alle due cifre”. A dirlo Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.
Schlein per battere Meloni ha bisogno esclusivamente dell’alleanza con il M5S? Non sarebbe un controsenso allearsi con chi potrebbe presto sposare la causa di Trump e Putin?
Non solo, per Conte c’è anche la Le Pen in passato. E su Medio Oriente, Ucraina e Nato, per andare dietro all’alleato, il Pd ha perso la bussola. Hanno la posizione dei cerchiobottisti e non funziona. Capisco il disagio di Guerini, il Pd rischia di essere meno credibile della Meloni, che ha cambiato idea su tutto. Noi teniamo una linea coerente, gli unici in Italia.
La legge proporzionale, intanto, trasforma i due leader progressisti nei veri avversari di giugno. Chi la spunterà?
Provano a polarizzare per cannibalizzare un gioco che ci interessa poco. Non vedo grandi prospettive di stabilità per il Governo e anche tra Pd e M5S si creeranno seri problemi. Si aprono, invece, spazi enormi per noi riformisti se riusciremo a mettere al centro gli Stati Uniti d’Europa, che sono la nostra carta d’identità.
Il Terzo Polo è ancora possibile o ci saranno due schieramenti?
Il Terzo Polo inteso come la somma di Iv e Azione, non esiste più, non mi interessa dire per colpa di chi. Questo non vuol dire che Italia Viva non debba lavorare per rafforzare la presenza di eletti di Renew Europe. L’ultimo sondaggio europeo ci dice che ogni voto riformista perso, è un voto in più per Fratelli d’Italia. Per questo è importante raccogliere l’appello di Emma Bonino.
Italia Viva proverà a costruire un campo largo di centro anche senza Azione, sostituito dai vari Mastella?
A me sembra che Azione si stia isolando da sola. Nessuno mette veti nei loro confronti, loro sembrano i doganieri del film “Non ci resta che piangere”, “uè chi siete, cosa volete, cosa cercate, un fiorino”. Tutti hanno capito qual è la sfida in gioco, un governo europeo affidato a sovranisti, con gli europeisti ai margini, con un mondo instabile e Trump alle porte, tutti hanno capito, tutti tranne loro.
Così l’obiettivo 4% non rischia di allontanarsi definitivamente…
Io sono ottimista, credo che prevarranno le ragioni dell’unità e potremmo costruire una lista che potrà ambire alle due cifre, chi starà fuori lo farà per sua scelta.
La sua ex compagna di viaggio Bonetti si dichiara indisponibile a lavorare per accozzaglie. Quale la ragione del livore?
Mi spiace veramente. Noi siamo il partito che l’ha indicata e sostenuta da Ministra, poi da capolista in tanti collegi ed eletta in Parlamento, che l’ha suggerita come vice di Calenda alla guida del Terzo Polo. Ognuno può fare le scelte che vuole in libertà, ma definire un’ipotetica alleanza con quella che è stata la propria comunità fino a poco fa, un’accozzaglia, mi pare a dir poco ingeneroso.
A suo parere è possibile un partito di Draghi, come sostengono gli esponenti di Per?
Come è noto, furono Matteo Renzi ed Italia Viva, con determinazione, a rendere possibile il passaggio del testimone tra un Conte disastroso e Draghi. Una sua eventuale candidatura alla presidenza del consiglio europeo sarebbe un’ottima cosa. Non parlerei di partito di Draghi, per non danneggiarlo.
Cosa ne pensa di Cottarelli capolista, magari con Bonino vice?
Il meglio possibile, dell’uno e dell’altra, mi sentirei molto ben rappresentato da loro in Europa.
Più Europa chi sceglierà tra Azione e Italia Viva?
Non mi pare una domanda posta correttamente. Più Europa ha promosso un appello ai riformisti. Italia Viva ha risposto presente ed il 24 febbraio ci sarà. Senza veti, senza insultare nessuno. Voliamo alto. Questo d’altronde è il senso dell’appello della Bonino.
Il duello sul fine vita, nei fatti, ha messo in disparte i cattolici dem. È giunta l’ora che Delrio e Guerini seguano la strada di Marcucci?
Allontanare qualcuno per le sue idee, su temi sensibili, non è democratico. Non entro nel merito della vicenda veneta, so che la decisione di rimuovere la consigliera Bigon dalla vicesegreteria dem è sbagliata, condivido il giudizio di Castagnetti. Poi chiedete a Delrio se sta a suo agio in un partito così.
È possibile, invece, in futuro un accordo tra il mondo che ruota intorno a Calenda e Meloni?
Mi pare fantapolitica.