Economia

“Imprese al centro di una proposta di legge sul clima”: Intergruppo al lavoro in Parlamento

di Redazione -


L’Intergruppo Parlamentare Sviluppo Sostenibile lavora per depositare una proposta di legge sul clima che dia rilevanza alla centralità delle imprese. Lo ha annunciato il suo presidente Alessandro Colucci, di Noi Moderati nel corso del recente Cnpr forum “Obiettivo sostenibilità contro le sfide globali, a tutela delle future generazioni”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Possiamo pensare a un futuro migliore per le nuove generazioni – ha detto – , solo in un Paese che continua a essere protagonista nell’ambito economico-produttivo guardando non solo alle fonti rinnovabili ma anche al nucleare di nuova generazione. In Europa ci sono 121 centrali nucleari attive, nel mondo ne stanno nascendo 400. Anche da noi va trovato un punto di equilibrio”.

“Quando si parla di tutela dell’ambiente – ha aggiunto Colucci – le posizioni sono molto spesso condizionate da valutazioni di tipo ideologico. Noi non siamo né negazionisti né estremisti. E’ possibile puntare sullo sviluppo delle imprese salvaguardando la salute delle persone e combattendo l’inquinamento. Esiste una terza via. Noi crediamo che sia importante mantenere le caratteristiche del nostro tessuto produttivo che hanno permesso all’Italia di essere una delle grandi potenze economiche del mondo ma bisogna porre attenzione all’ambiente”.

Puntare sulle energie rinnovabili è stata la priorità indicata da Filiberto Zaratti, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati: “Bisogna tutelare il diritto alla sopravvivenza delle prossime generazioni. L’enorme crisi climatica sta cambiando l’economia, i rapporti sociali e quelli tra Paesi. Serve un’iniziativa unitaria dei grandi Paesi del mondo per ridurre le emissioni. Noi importiamo tutta la nostra energia pagando prezzi esorbitanti, come accaduto nel corso della guerra in Ucraina, con danni per famiglie e imprese. L’unica soluzione per autoprodurre energia sono le fonti di cui disponiamo: sole e vento. Attraverso il loro utilizzo potremo abbassare significativamente le bollette delle famiglie italiane. Bisogna garantire alle famiglie italiane un adeguato costo delle bollette. E l’uscita dal mercato tutelato è un errore clamoroso del governo di destra. Si tratta di un’ingiustizia clamorosa, specie se pensiamo agli oltre 70 miliardi di extraprofitti ottenuti dalle compagnie energetiche”.

Secondo Lorenzo Basso, senatore del Pd in Commissione Ambiente a Palazzo Madama: “Il benessere delle future generazioni si tutela sapendo che le sfide vanno affrontate, sarebbe sbagliato tentare di eluderle. Troppo spesso di fronte a due rivoluzioni gemelle, quella digitale e quella ambientale, si cerca di ricordare i tempi passati con l’intento di mantenere quello che era lo status quo. Così non si risolvono i problemi ma, anzi, si aggravano. Se vogliamo dare un futuro al Paese e alle nuove generazioni dobbiamo inserire nell’agenda politica una transizione che sia utile al raggiungimento degli obiettivi. Oltre ad investire in digitale e tecnologie, bisogna prevedere risorse per la formazione nelle imprese, in modo da utilizzare queste nuove tecnologie in senso positivo”.

Critica Emma Pavanelli, deputata del M5s in Commissione Attività Produttive a Montecitorio: “Stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti e dobbiamo preparare i nostri giovani ad affrontarli. La transizione ecologica, quella energetica ma anche l’avvento delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. Nell’anno di governo Meloni non c’è stata una campagna di informazione per i cittadini e tra l’altro è stato anche interrotto il mercato tutelato per l’erogazione del gas quando non c’era nessun motivo per fermarlo. Se la direttiva europea consente di mantenere il mercato tutelato fino al 2025 per l’energia elettrica, bene avrebbe fatto il governo a cercare un accordo con l’Europa, nonostante gli accordi fatti per il Pnrr. All’attenzione della commissione Attività produttive per le imprese c’è proprio il decreto Energia e stiamo chiedendo di poter rimandare questo processo prima di tutto per informare adeguatamente gli italiani in modo che possano scegliere con consapevolezza quali contratti sottoscrivere. Purtroppo il governo continua a chiudere gli occhi su questo tema aumentando, tra l’altro, anche l’Iva sull’energia al 22%”.

Maria Vittoria Tonelli, consigliere d’amministrazione della Cnpr, ha sostenuto che “Non è un caso che il Bilancio Sociale della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, giunto alla sua 15esima edizione, indichi la sostenibilità come fattore fondamentale e individuando tra i numerosi stakeholder proprio le nuove generazioni. La sostenibilità in un ente di previdenza viene indicata nei numeri del bilancio ma non solo, occorre una visione a 360 gradi. Le linee guida sulle quali ci siamo mossi riguardano: adeguatezza delle pensioni degli iscritti, risparmio previdenziale, politiche di welfare attivo, sostegno all’esercizio della professione, investimenti che garantiscano rendimento e conservazione del patrimonio, promozione della figura dell’esperto contabile e osservanza dei princìpi Esg per ciò che attiene le politiche ambientali e sociali puntando su risparmi energetici, corretto smaltimento dei rifiuti e politiche di equilibrio dei dipendenti. Per questi obiettivi la Cnpr si è già impegnata per migliorare le performance delle imprese”.

Per Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore legale dell’Odcec Bergamo): “Le sfide di questi ultimi anni hanno generato rivoluzioni sociali, ambientali ed economiche. La tutela del benessere e la solidarietà nei confronti di chi sta peggio devono viaggiare di pari passo garantendo un futuro a tutte le giovani generazioni che rischiano di dover fare fronte a un debito insostenibile dal punto di vista economico e sociale”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili): “Non è in dubbio che il riscaldamento globale provocato dalle emissioni sia una verità e non una barzelletta, un ideologismo degli ambientalisti. La transizione energetica, come tutte le cose di grande portata, richiede tempi di programmazione e di attuazione di medio e lungo periodo. Bisogna andare verso la decarbonizzazione, di cui tutti gli scienziati parlano, ma bisogna anche chiedersi come arrivare a questo obiettivo. E tutte le persone devono essere coinvolte nel processo. E’ giusto che si passi al libero mercato entro il 2025, come dice l’Unione Europea, ma è necessario illustrare e chiarire alle persone poco alfabetizzate che cosa succede e quali sono le scelte che devono essere fatte”.


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