REGIONI IN TAVOLA/EMILIA ROMAGNA: La mortadella quella classica
Pane e mortadella, il panino per eccellenza, la rosetta guarnita con la mortadella ti porta in Emilia Romagna fin dal primo morso. Un insaccato con una storia antica e aristocratica. Di lei si hanno tracce e scritti fin dal medioevo, la sua ricetta datata 1557 vanta la firma illustre di Cristoforo di Messisbugo. Al tempo era una leccornia per benestanti, oggi diventata prelibatezza di largo consumo conosciuta in tutto il mondo. Variabile è la qualità, molto dipende dal tipo di carne suina e dai tempi di cottura. Il suo profumo è intenso, affettata, al palato è setosa, un’eccellenza gastronomica della nazione. Alla degustazione si percepiscono note dolci, aromatiche, consistenze uniche per un insaccato. Un insieme organolettico che tende più alla sua suadenza che alla sua sapidità. La concia, preparata da abili norcini, è un intruglio di sale, pepe nero in grani, pepe bianco, macis, coriandolo, polpa d’aglio, la cottura avviene con una gradazione al cuore tra i 75 e i 77°.
Un prodotto valorizzato da Presidio Slow Food. Per la sua produzione si utilizzano esclusivamente carni di suino italiano, allevati senza forzature e OGM. I tagli utilizzati nella sua lavorazione sono misti, magri e grassi, divisi in quasi la stessa quantità 60% 40%. Predomina di poco la parte magra. La mortadella la troviamo in purezza, aromatizzata con i pistacchi o con il tartufo nero, l’importante è scegliere un prodotto artigianale, affettato al momento.
Motrazze vostre
300 g di patate
150 g di mortadella classica
60 g di parmigiano reggiano grattugiato
1 uovo
10 pistacchi
sale
pepe
noce moscata
pangrattato
olio EVO
Come prepararla: Lessare la patate, schiacciarle con una forchetta, tritare la mortadella e i pistacchi finemente al coltello, aggiungere l’uovo, sale, pepe, noce moscata e il parmigiano, amalgamare il composto. Formare delle polpette, passarle nel pangrattato e cuocerle in padella con l’olio EVO. Servirle calde con maionese al lime.
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