Politica

L’INTERVISTA – Merlo: “Forza Italia prenda atto dello smacco delle regionali e dopo le europee collabori per qualcosa di nuovo”

di Edoardo Sirignano -

GIORGIO MERLO POLITICO


“Il centro è ancora possibile. Forza Italia prenda atto dello smacco delle regionali e collabori per qualcosa di innovativo”. A dirlo Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato. Il quattro volte deputato, nel pomeriggio di giovedì 18 gennaio, alle ore 17,00, presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, presenterà “La Sinistra Sociale”, non un semplice libro, ma un impegno per rafforzare la cultura del cattolicesimo sociale nella politica contemporanea. All’evento prenderanno parte diversi big del campo moderato e riformista, tra cui: Gianfranco Astori, Pier Ferdinando Casini, Matteo Renzi e Luigi Sbarra.

Quando si parla di “Sinistra Sociale” a chi si riferisce?

All’idea lanciata prima da “Forze sociali”, poi da “Rinnovamento” e “Forze nuove”, ovvero quel mondo di cui Donat-Cattin era massimo riferimento. Non era una semplice corrente della Dc, ma un’area che rappresentava un pezzo di società. I lavoratori nelle fabbriche, il mondo contadino e i ceti popolari, infatti, erano portatori di istanze che venivano filtrate da dirigenti che prontamente se ne facevano carico. Donat-Cattin, Marini, Fontana, Bodrato e prima Pastore sapevano elaborare un progetto, frutto di una cultura specifica, quella del cattolicesimo sociale.

Non è un qualcosa di antiquato?

Si tratta di un’esperienza non storicizzata. Non può essere archiviata perché attuale e moderna.

Ha qualcosa a che vedere con la sinistra di Schlein?

Non può essere collocata né nel populismo antipolitico, demagogico e qualunquista del M5S, “antropologicamente alternativo”, né nella sinistra massimalista e radicale di Schlein. Il suo Pd interpreta altri valori e domande. È un corpo estraneo rispetto alla nostra storia. Stesso discorso vale per il sovranismo della Lega o di altre parti della destra.

Dove, allora, collocarla?

In un’area centrista, che citando Bodrato, non è stabile, immobile, ma piuttosto dinamica, innovativa, plurale e riformista.

Tutti quanti, intanto, abbiamo assistito al fallimento del Terzo Polo…

È stata un’esperienza infausta. Il modello organizzativo della Dc era vincente perché non prevedeva un capo, ma una leadership diffusa.

Renzi, dunque, doveva fare un passo indietro?

Renzi ha un talento politico straordinario. I veri leader non muoiono mai. Non li costruisci a tavolino, ma emergono dalla battaglia politica. Il carisma, d’altronde, come diceva Donat-Cattin “c’è o non c’è.  È inutile darselo per decreto”. Calenda ha una storia diversa, ma neanche da ignorare. Quello che serve oggi è un modello organizzativo, come quello della Margherita. Marini, Prodi, Rutelli e Dini, pur essendo diversi tra loro, convivevano nella stessa casa.

Il ritorno di Gentiloni alla guida dem potrebbe rovesciare la piramide?

Citando Donat-Cattin, quando stese il famoso preambolo, “si deve restare allo stato dei fatti”. Adesso il Pd ha una leadership legittima che è quella della Schlein, che persegue un disegno diverso dal centro. Allo stesso modo è inutile pensare che Fratelli d’Italia diventi la Dc 2.0.

Un centro competitivo, comunque, non può prender vita senza Forza Italia…

Un centro forte esiste nella misura in cui vengono rimescolate le carte. La parte più liberale e moderata di Forza Italia si smarcherà dopo le europee e collaborerà per una ricomposizione centrista. Lo smacco delle regionali è la dimostrazione della necessità di prendere un’altra via.  

I numeri di Renzi, Calenda e Forza Italia sono sufficienti a contrastare il bipolarismo?

Messi insieme arrivano al consenso che era della Margherita. La storia non la inventi, ritorna. Il salto di qualità, comunque, sarà determinato dal coraggio che avranno i protagonisti dell’iniziativa.

Da quali temi ripartire?

Da quelli sociali, dimenticati dal Pd. Abbiamo una drammatica e inedita questione sociale che può esser letta, affrontata e governata da un centro di ispirazione cristiana. Chi si riconosce ancora in “Forze Nuove” e nella storia politica e culturale della sinistra sociale di ispirazione cristiana ha il dovere di farsi carico dell’eredità in cui è cresciuto, trasferendola nell’agone attuale.

Merlo sarà in campo? Si candiderà alle europee?

Essendo la mia una circoscrizione ampia, sono necessarie molte risorse. Tutto, dunque, è possibile.

Un motivo per cui il centro ha fallito negli ultimi anni, intanto, è il mancato rinnovo generazionale…

Il rinnovamento nella continuità è la strada da perseguire. La creatività dei ragazzi deve ritrovarsi con l’esperienza di chi è venuto prima.


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