Nel mondo di Chiara la buona fede è sacra
Chiara Ferragni con il "Pandoro Pink Christmas", "griffato" Chiara Ferragni. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato le società riconducibili a Chiara Ferragni e Balocco per pratica commerciale scorretta. INSTAGRAM CHIARA FERRAGNI +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++
Lo so, lo so che anche il video di scuse pare “ispirato”, probabilmente dettato dalla strategia dell’agenzia d’immagine e dagli studi legali che la assistono, a un’altra ragazza che come lei si trova al centro di un putiferio. Sebbene golfino grigio, capelli raccolti e inquadratura siano uguali, la differenza è che Salma Shawa pubblica il suo post da un appartamento in Palestina con il sottofondo delle bombe che cadono su Gaza, Chiara da una penthouse di Citylife a Milano con il sottofondo di altre bombe a forma di pandoro rosa che stanno sconquassando la sua immagine, e forse qualcosa di più. Quando ho chiesto a mio figlio “millenial” un’opinione sulla faccenda mi ha guardato col sospetto di chi scopre un intruso in casa e ha detto “Ma a te da quando in qua ti interessa la Ferragni?”, “Beh, forse questa storia va un po’ più in profondità, mi sembra che non sia solo la Ferragni ma un universo mondo a entrare in crisi e pensavo di scrivere qualcosa…” Lui, caustico “lscia stare, hanno già scritto tutto”. Volevo che mi spiegasse cosa stia succedendo nel “loro mondo”, quello dei “followers”.
Perché posso trovare ovunque i dati sui contratti persi dalla Chiara, riesco a scoprire quanti degli affezionati l’abbiano abbandonata (pochi), mi sorbisco telegiornali e giornali che sciorinano compiaciuti informazioni sulla decisione della procura di Milano di indagare la Chiara per truffa aggravata, ascolto i dilaganti opinionisti di talk show che condannano la vicenda trasformandosi in scatenati feroci blogger, tuttavia ciò che manca alla narrazione di questo melodramma nazionale è il riflesso su chi quei pandori rosa, o le uova di pasqua, la bambola Trudi, gli Oreo li ha comprati pagandoli qualche euro in più convinto dalla bionda Chiara a fare una buona azione. Una beneficenza facile, tanto il pandoro l’avrebbero comprato lo stesso. E fra uno scontato noiosissimo Trudi orsetto e un Trudi travestito da cool influencer con capelli biondi e biker perché non scegliere quest’ultima, se oltretutto parte del guadagno andrà a aiutare un’associazione contro il bullismo? Poco o tanto che sia, comunque con qualche spicciolo ci si può “pensare più buoni”. La mia impressione è che il mondo digitale di Chiara sia impermeabile allo scandalo che invece sembra aver scombussolato il mondo tradizionale. La mercificazione onniprensiva di pseudo valori trasmessi dalla ragazza che consiglia di “pensarsi libere” esibendo la scritta su una stola sprona anche a “pensarsi buoni e generosi” e i “followers “seguono, ed eseguono. Sì, magari avrà fatto qualche errore di “comunicazione”, ma per il “mondo di Chiara” la sua buona fede non è in discussione. Al contrario nell’altro mondo la vicenda è imperdonabile. Però l’accanimento dei media tradizionali fa venire il sospetto di una sorta di rappresaglia estrema contro il successo dei media digitali e di chi li rappresenta. L’influencer più popolare d’Italia incarna l’universo innovatore detto digital transformation che in pochi anni ha travolto e soverchiato le regole della comunicazione e dei mercati.
Perché la Chiara promuove prodotti mostrando frammenti della sua vita, racconta un brand raccontando sé stessa per arrivare a dare un senso di sicurezza e spingere i suoi followers a fidarsi di lei come se fosse una vera, amica. Certo, la vicenda le farà perdere i grandi sponsor ma quei milioni di “amici” coltivati in 15 anni di “lavoro”, concimati con l’universo spettacolare fatto di viaggi straordinari, case di lusso, abiti luccicanti ma anche malattie, matrimoni e sale parto, perché mai dovrebbero abbandonarla adesso? L’amicizia è un sentimento vicendevole, e per chi ama Chiara questo è il momento di dimostrare la propria devozione e la lealtà. Al contrario sembra che i “non amici” non aspettassero altro che il momento di smascherare l’astuta imbrogliona, ed è già pronta la sentenza di condanna definitiva. Nella mia vita reale ho immaginato una vera amica che compia un’azione scorretta o disonesta, e probabile che anch’io sarei incline a giustificarla e forse mi commuoverei se la vedessi afflitta come la Chiara nel video di scuse. Tuttavia io le amiche ce l’ho davvero anche se sono meno “glamour”, ma se milioni di persone al mondo si accontentano di avere un’amica sul web siamo sicuri di volerli considerare soltanto dei poveri mentecatti inconsapevoli? Per le 6 procure che hanno aperto fascicoli contro la Ferragni per truffa aggravata l’aggravamento sarebbe rappresentato dalla “minorata difesa”, cioè il reo avrebbe commesso il reato approfittando di una situazione di “debolezza e vulnerabilità” della parte offesa, un’imputazione che ha il profumo velenoso della vendetta da parte di quel mondo che si è eletto redentore di una società complessa e colma di indubbie criticità, scivolando però in una deriva intransigente.
A me pare che nel paese dove si revisionano processi dopo 16 anni, dove un deputato è accusato di fare il pistolero e un sottosegretario indagato per autoriciclaggio, i procuratori dovrebbero avere abbastanza da fare senza bisogno di accanirsi sul simbolo di una trasformazione inesorabile, anche se noi non la capiremo mai.
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