Che New York si apprestasse a sganciare una bomba con gli Epstein Files, contenenti i nomi del jet set del mondo, lo si doveva intuire già il giorno prima della desecretazione dei documenti, quando i residenti dell’isola di Roosevelt, tra Manhattan e il Queens, erano stati svegliati, intorno alle 6 del mattino, da una serie di misteriose esplosioni. Scherzi a parte, o forse anche no, quello che è accaduto il 2 gennaio scorso in un quartiere della Grande Mela è ancora oggi avvolto dal mistero, perché, nonostante le rilevazioni dei pompieri, una spiegazione coerente non c’è. All’alba, dicevamo, si sono improvvisamente udite alcune deflagrazioni, così forti da far tremare i palazzi e spingere alcuni abitanti a riversarsi in strada. “Abbiamo sentito forti rimbombi e scosse. Ci siamo spaventati”, ha detto un residente, terrorizzato che si fosse scatenato un terremoto. Da lì le chiamate al 911 e l’arrivo dei soccorsi, che hanno avviato sopralluoghi nel sottosuolo e alcune ispezioni negli appartamenti, ma senza esito. L’unica ipotesi avanzata, che fosse compatibile, seppure alquanto strana, con quegli scoppi riguarda un problema elettrico. Gli investigatori stanno ancora cercando di dimostrare che a causare le esplosioni sarebbe stato un trasformatore, lo strumento che trasferisce energia elettrica da un circuito agli altri. Gli indizi a supporto dell’originale teoria sarebbero alcune interruzioni di corrente che si sono verificate in contemporanea sull’isola, nell’Upper East Side, e anche ad Astoria, nel Queens, certificate dall’intervento dei tecnici delle società di energia. I pompieri di New York, oltre alle vibrazioni nei palazzi, avrebbero riscontrato anche una serie di incendi dei tombini di manutenzione nella zona. Insomma, ore di caos in tutta l’area, dove il traffico è andato in tilt, tanto che è stato necessario l’intervento di molte pattuglie della polizia, che hanno lavorato per far tornare la situazione alla normalità. Situazione che ha ben poco di normale quella delle esplosioni misteriose, visto che il giallo delle bombe sotterranee sull’isola di Roosevelt è rimasto un mistero. Almeno per un giorno, quando a deflagrare in tutta la Grande Mela è stato il caso Epstein, con la diffusione dei nomi dei vip e delle vittime del traffico sessuale di minori.