Misery Index: cala il disagio sociale, rimane forte preoccupazione per un fragile mercato lavoro
Il Misery Index di Confcommercio per il penultimo mese dell’anno appena terminato segnala un calo del disagio sociale rispetto al precedente mese di ottobre. Una riduzione imputabile in larga parte al rientro dell’inflazione per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto (al 4,6% dal 5,6% di ottobre). Anche la disoccupazione estesa è scesa all’8,3% (era all’8,6% a ottobre). Nonostante si sia tornati ai valori dell’estate del 2019, permangono però – segnala Confcommercio – le preoccupazioni sull’evoluzione nel breve periodo dell’area del disagio sociale, a questo punto legata interamente alle fragilità del mercato del lavoro e non più alle dinamiche inflazionistiche.
La tendenza al calo del disagio sociale, pure rafforzata da confortanti indicazioni provenienti da alcuni indicatori congiunturali, non attenua le preoccupazioni sulla possibilità nei prossimi mesi di un peggioramento. In una fase in cui il rientro dell’inflazione è un elemento consolidato, che in prospettiva fornirà un contributo via via più contenuto alla tenuta o riduzione dell’area del disagio sociale, le dinamiche del mercato del lavoro assumono un ruolo cruciale.
Analizzando le evidenze che emergono dalla rilevazione continua sulle forze di lavoro si registra, a novembre, un aumento degli occupati di 30mila unità sul mese precedente e una diminuzione di 66mila unità delle persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si associa, dopo alcuni mesi, un aumento degli inattivi (-48mila persone sul mese). Queste dinamiche hanno portato ad un ridimensionamento del tasso di disoccupazione ufficiale sceso al 7,5% (7,7% a ottobre). Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state di poco inferiori a 38,5 milioni, a cui si sommano oltre 600mila ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a circa 60mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato un ridimensionamento del tasso di disoccupazione esteso sceso all’8,3%.
A novembre 2023 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua del 4,6%, in ripiegamento di un punto percentuale rispetto a ottobre. La tendenza al rientro è proseguita anche a dicembre: secondo le prime stime la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si attesterebbe al 4,4%.
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