Una nuova sostanza, che potrebbe ridurre l’uso del litio nelle batterie, è stata scoperta utilizzando l’intelligenza artificiale e il supercalcolo. I risultati sono stati presentati da Microsoft e dal Pacific Northwest National Laboratory (Pnnl), che fa parte del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Gli scienziati affermano che il materiale potrebbe potenzialmente ridurre l’uso del litio fino al 70%.
I ricercatori di Microsoft hanno utilizzato l’intelligenza artificiale e i supercomputer per restringere il campo da 32 milioni di potenziali materiali inorganici a 18 candidati promettenti in meno di una settimana, un processo di screening che avrebbe potuto richiedere più di due decenni per essere eseguito utilizzando i tradizionali metodi di ricerca di laboratorio.
Questo materiale derivato dall’intelligenza artificiale (che al momento si chiama semplicemente N2116) è un elettrolita allo stato solido. Ha il potenziale per essere una soluzione di accumulo di energia sostenibile perché le batterie allo stato solido sono più sicure del tradizionale litio liquido o gelatinoso. Nel prossimo futuro le batterie al litio allo stato solido promettono di essere ancora più dense di energia, con migliaia di cicli di carica.
Il litio è spesso indicato come “oro bianco” a causa del suo valore di mercato e del colore argenteo. È uno dei componenti chiave delle batterie ricaricabili (batterie agli ioni di litio) che alimentano tutto, dai veicoli elettrici agli smartphone. Si prevede che la domanda di batterie agli ioni di litio aumenterà fino a dieci volte entro il 2030 secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, con l’aumentare della necessità di metallo e della domanda di veicoli elettrici, il mondo potrebbe dover affrontare una carenza di questo materiale già nel 2025.
Inoltre l’estrazione del litio è controversa perché può richiedere diversi anni per svilupparsi e ha un impatto considerevole sull’ambiente. L’estrazione del metallo richiede infatti grandi quantità di acqua ed energia e il processo lascia enormi cicatrici nel paesaggio oltre a rifiuti tossici.