Cultura & Spettacolo

Alex Pacifico: “Ecco come nasce una stella”

di Andrea Iannuzzi -


La Tv sta cambiando, non solo nei contenuti e nei protagonisti ma in un certo senso subisce la metamorfosi dettata dalle piattaforme, come Prime e Netflix per esempio.
Chi invece non cambia e da più di 20 anni è sulla cresta dell’onda risponde al nome di Alex Pacifico, oggi uno dei manager dello show business più gettonati. I suoi artisti ricoprono ruoli di grande importanza in molti film di successo, e anche la tv spesso bussa alla sua porta alla ricerca di novità. Perché lui è un vero talent scout, capace di intravedere nei suoi assistiti il valore aggiunto.

Alex, lei da più di 20 anni lavora nel settore della moda e della tv, come artista. Cosa l’ha spinta a diventare un manager?
Ho avuto il privilegio di lavorare con grandi stilisti e brand della moda italiana ed internazionale e poter collaborare nella televisione e nel cinema di qualità, ricoprendo spesso nella vita professionale ruoli differenti, ognuno dei quali ha lasciato una traccia importante fino a fami maturare la consapevolezza di essere nato per esaltare il talento degli altri.

Riconoscerà che il piccolo schermo è profondamente cambiato rispetto al passato. In che cosa si è evoluto?
La televisione negli anni è cambiata molto, da quella generalista analogica al digitale terrestre fino alle grandi piattaforme che hanno spaccato il mercato, proponendo l’offerta di tanti contenuti importanti, ma per alcuni versi anche, bisogna ammettere, che riscontriamo, purtroppo, meno qualità. Ma i numeri hanno dato ragione a questi cambiamenti e non possiamo tapparci gli occhi.

Un tempo l’offerta televisiva era limitata. Secondo lei cosa ci aspetta in futuro?
La televisione sarà sempre di più un contenitore digitale e delle diverse piattaforme, come Prime e Netflix, anche a discapito dei film nel sale cinematografiche.

Quali sono state le sue maggiori soddisfazioni in questi anni?
Aver visto prima di altri qualcosa in qualcuno che – grazie anche alla mia visione artistica e professionale – è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, soprattutto tra cinema e televisione.

Prima di lei tanti nomi come Lele Mora, Franchino Tuzio, Luca Casadei hanno fatto la storia del management. Cosa ha ereditato da loro? O in cosa pensa di fare la differenza?
Da ognuno di loro ho ereditato un qualcosa trasformandolo in modo personale e a volte vincente. Ma il mio vero maestro e grande punto di riferimento del management televisivo è stato Franchino Tuzio, eravamo alla finale di “X-Factor” e io accompagnavo una delle mie più care amiche, Alessia Ventura. Parlammo molto quella sera e lui mi disse: “Stai già facendo il mio lavoro e neanche te ne accorgi”. In quel momento mi ha dato la forza di mettermi in gioco, da lui credo di aver assorbito l’istinto, la gentilezza e il senso di accoglienza, perché lui valutava prima la persona e dopo il personaggio.


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