Esteri

Venti di guerra nella polveriera dell’Indo-Pacifico

di Ernesto Ferrante -

epa11058058 People watch the news on a TV at a station in Seoul, South Korea, 05 January 2024. According to South Korea's Joint Chiefs of Staff (JCS), North Korea fired some 200 artillery shells into waters off its western coast on 05 January morning, towards the South's Yeonpyeong island. Civilians on the islands of Yeonpyeong and Baengnyeong have been ordered to evacuate into shelters, South Korean officials said. EPA/JEON HEON-KYUN


L’evacuazione ordinata ai civili delle isole di Yeonpyeong e di Baengnyeong dalle autorità sudcoreane, dopo che la Corea del Nord ha sparato circa 200 proiettili di artiglieria al largo della sua costa occidentale e la reazione di Seul con “un’esercitazione con proiettili da guerra da cannoni semoventi K9” in direzione del confine conteso, hanno riportato sui tavoli politici, diplomatici e militari un possibile terzo fronte di guerra, che andrebbe ad aggiungersi a quelli sempre più roventi in Ucraina e Medio Oriente.

“Le nostre forze armate hanno condotto esercitazioni di tiro sull’isola di Yeonpyeong e sull’isola di Baengnyeong in risposta al fuoco della Corea del Nord vicino alla Northern Limit Line (NLL) nel Mare Occidentale (Mar Giallo) dalle 15 di oggi”, si legge sul giornale Chosun Ilbo, secondo cui le forze armate della Corea del Sud “hanno risposto con la massima durezza, inviando il doppio dei proiettili” rispetto ai bellicosi cugini. La tensione è altissima. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha ordinato alle autorità di aumentare la produzione di lanciamissili mobili, “data la grave situazione che richiede che il paese sia più fermamente preparato per una resa dei conti militare con il nemico”.

La capacità di spostare rapidamente i razzi sul territorio, renderebbe più difficile l’adozione di contromisure da parte degli avversari. Al termine di una riunione di cinque giorni del comitato centrale del Partito dei Lavoratori, tenutasi a fine dicembre, Kim aveva già imposto l’accelerazione dei preparativi necessari ad affrontare una “guerra” che potrebbe “essere lanciata in qualsiasi momento”. Nel 2023 i suoi uomini hanno testato l’Hwasong-18, un potente missile balistico intercontinentale in grado di raggiungere gli Usa.

Il confine marittimo delle Coree, teatro di cruente faide interne, potrebbe fare da detonatore alle problematicità preesistenti tra Cina e Stati Uniti, con Taiwan e l’Indo-Pacifico pronti ad essere trasformati in un ring dai due duellanti. La Cina ha invitato “tutte le parti” alla “moderazione”. “Nella situazione attuale, speriamo che tutte le parti interessate mantengano la calma e la moderazione, si astengano dall’intraprendere azioni che aggravino le tensioni, evitino una ulteriore escalation della situazione e creino le condizioni per la ripresa di un dialogo significativo”, ha detto ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin.

“In quanto vicino della penisola coreana, la Cina ha sempre sostenuto il mantenimento della pace e della stabilità e la risoluzione dei problemi della penisola attraverso il dialogo e la consultazione”, ha aggiunto il diplomatico. A Capodanno il presidente Xi Jinping ha parlato al telefono con Kim Jong-un. I due hanno dichiarato il 2024 “l’anno dell’amicizia tra Cina e Corea del Nord”. Dal messaggio di auguri ai cinesi di Xi sono emersi importanti “indizi” sulle prossime mosse del “Dragone”. “L’anno prossimo segnerà il 75° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

Avanzeremo con fermezza verso la modernizzazione cinese, applicheremo pienamente e fedelmente la nuova filosofia dello sviluppo su tutti i fronti, accelereremo la costruzione del nuovo paradigma di sviluppo, promuoveremo lo sviluppo di alta qualità e perseguiremo contemporaneamente lo sviluppo e la salvaguardia della sicurezza”, ha affermato il presidente. E ancora: “Continueremo a sostenere Hong Kong e Macao nel valorizzare le loro distintive peculiarità, integrandosi meglio nello sviluppo complessivo della Cina e garantendo prosperità e stabilità a lungo termine. La Cina sarà sicuramente riunificata, e tutti i cinesi su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan dovrebbero essere legati da un comune senso di scopo e condividere la gloria della rinascita della nazione cinese”.

Coree, Taipei, alle prese con il banco di prova delle urne, ma anche l’Indo-Pacifico, divenuto il punto di “incontro” delle priorità strategiche degli Stati Uniti e di alcuni dei suoi principali alleati e partner nell’area, che con il loro dinamismo economico l’hanno trasformata in una locomotiva della crescita economica globale. Il Quad e l’Aukus connotano in maniera chiara la postura dell’amministrazione Biden in Asia. La competizione su più livelli con Pechino e l’insistenza nell’edificare un fronte allineato in un’ottica non semplicemente contenitiva, tengono acceso un fuoco pericoloso.


Torna alle notizie in home