Se papa Francesco è il politico globale
This handout picture provided by the Vatican Media shows Pope Francis during his weekly general audience, Vatican City, 03 January 2024. ANSA/ VATICAN MEDIA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++
di SANDRO GUGLIOTTA
Senza scomodare lo studioso tedesco teorico della leadership Max Weber, l’anno appena trascorso ci ha consegnato un’Italia senza leader. Ma nel panorama politico italiano emerge con prepotenza la figura di papa Francesco in modo particolare, non per l’aspetto sicuramente rilevante del ruolo che riveste di capo della chiesa cattolica, ma per la chirurgica precisione e autorevolezza delle parole che ha saputo usare e scrivere in questi anni di eventi tragici che hanno colpito la società contemporanea.
I suoi interventi, i suoi scritti, come le Encicliche “Laudate Deum” e “Laudato si”, ovvero la sua attività di ricerca e pensiero, si è imposta all’attenzione di tutti in modo da penetrare le coscienze con una forza inversamente proporzionale ai limiti imposti dalle sue condizioni fisiche e di salute. Papa Francesco ha dovuto rinunciare a diversi appuntamenti con i grandi della Terra. Ma ha sempre saputo lasciare il segno con i suoi interventi. La sua formazione culturale è assolutamente parte fondante del suo carisma. Il tratto intellettuale dei Gesuiti è quello della curiosità, della apertura, della creatività e della ricerca inquieta.
Per questo all’interno della Chiesa cattolica non è apprezzato da tutti. Papa Francesco è una figura complessa, è la stessa storia della Compagnia di Gesù ad essere ricca e complessa, perché ha abbracciato molti secoli, culture e continenti diversi, ed è stata spesso oggetto di giudizi molto contrastanti. Sapere che i Gesuiti divennero quasi da subito anche poeti, astronomi, architetti, antropologi, imprenditori teatrali e molto altro, con un coinvolgimento nella cultura laica che non aveva precedenti per un ordine religioso, ci restituisce la dimensione esatta della natura della leadership agita da Francesco.
Che si misura anche con la forza riformatrice che ha saputo imporre all’interno della Chiesa scardinando consuetudini radicate da millenni. Il confronto per i leader delle istituzioni laiche rappresentate dai partiti politici è difficile. Bipolarismo e frammentazione partitica, eterno scontro tra sistema maggioritario e proporzionale hanno prodotto i protagonisti di una classe politica in crisi. Più che di leader dobbiamo forse parlare di capi politici. Giorgia Meloni Presidente del Consiglio ha portato il suo partito Fratelli D’Italia ad avere il consenso della maggioranza relativa degli italiani.
E’ una di noi che viene dal basso, usa un linguaggio semplice per esprimere concetti più che di buon senso di senso comune. Ma è indubbio che la visione del suo pensiero politico, pur avendo il pregio di affondare le radici nella concretezza delle questioni da affrontare, appare di piccolo cabotaggio. Lo stesso discorso vale per il leader della Lega Matteo Salvini, non mancano frizioni tra i due. Forza Italia orfana di Silvio Berlusconi non è ancora in grado di esprimere un vero leader. Il carisma e le capacità di guida del Cavaliere sono difficili da ritrovare, seppure una discreta classe dirigente di “azzurri” si è formata tra Roma e Arcore. L’opposizione è messa anche peggio.
L’elezione di Elly Schlein alla guida del PD appare come l’individuazione di una persona che rappresentasse l’idealtipo del segretario di un partito di sinistra. Donna, giovane, alternativa, che piace alla borghesia illuminata di matrice progressista perché ha frequentato, da sempre, la borghesia illuminata di matrice progressista. L’attenzione ai contenuti poca o assente. Un po’come è accaduto ad Alleanza Verdi e Sinistra con il caso Aboubakar Soumahoro. Carlo Calenda leader di Azione ha un partito troppo piccolo per incidere ma lui ha il pregio di essere preparato e puntare sempre al merito delle questioni. La figura di leader politico si addice sicuramente a Matteo Renzi.
Ha carisma perché ha le idee anche se per alcuni molto discutibili, ma è capace di mettere in campo con piglio riformatore la visione del paese che ha in mente. Il suo protagonismo esasperato ha ucciso la sua leadership. La leadership di Giuseppe Conte si è già sgretolata come il Movimento 5 Stelle. Appare surreale anche solo ipotizzare una alleanza anti-governo con il PD. Incoerenti con i valori originari, con le regole da loro stessi imposte all’interno ed all’esterno del Movimento, non rappresentano un alleato affidabile per nessuna forza politica ed una scelta credibile per i propri stessi sostenitori.
Quando invece, Papa Francesco parla ai giovani ed alla gente, fa arrivare diretto l’impulso riformatore ed anche un po’ rivoluzionario che investe chi ascolta, trasmettendo in ogni suo pensiero la passione civile e la tensione morale che soltanto i veri leader sanno esprimere, e che sono necessarie per modificare la realtà che ci circonda.
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