PRIMA PAGINA – I tarocchi del Palazzo
Scegli una carta di tarocchi e riceverai un messaggio dal passato, presente o futuro. La prima del nostro mazzo è certamente la Fortezza: la capacità di resistere alle crisi, di non scoraggiarsi agli imprevisti, guerre o Mes che siano, di non lasciarsi vincere dalla pigrizia di una maggioranza che consentirebbe sulla carta di governare dieci anni. Una figura, insomma, che si sposa alla perfezione con la premier Meloni. La stessa colonna spezzata di alcune rappresentazioni e simbolo dell’eccesso di forza che può essere autodistruttivo, è un monito per Giorgia. Dovrà scegliere, nei prossimi mesi, se essere la militante di destra, quella di sempre, che le garantirebbe un facile 30% in vista delle europee o se andare avanti sulla strada dell’istituzionalismo, del draghismo, dell’europeismo, che le aprirebbe nuovi orizzonti, ma allo stesso tempo la esporrebbe a rischi, come accaduto al maestro Berlusconi. Ostacolo, ad esempio, potrebbe essere una vittoria di Trump in America. In tal caso non avrebbe senso l’alleanza di ferro tra il suo esecutivo e Biden, fino a ora seguito, in ogni scelta, dalla prima donna alla guida di Palazzo Chigi. La politica della Garbatella, come la Fortezza, comunque, non ha trascorso un’esistenza vuota. Dalla famiglia, vedi caso Giambruno, agli scivoloni dei suoi sodali (La Russa-Delmastro), ha dimostrato di essere più dura della Cosa dei Fantastici 4.
Schlein, invece, è la “stella”. Nei tarocchi è la speranza, quella che aveva chi l’ha scelta alle ultime primarie dem. Doveva essere novità, guida e cambiamento rispetto a un passato già noto. Rovesciando la carta, però, la cometa si trasforma in sfortuna e soprattutto disequilibrio, verbo all’ordine del giorno nei corridoi del Nazareno. Elly si schiera a sinistra, dimenticando la mediazione di veltroniana memoria, in grado di far convivere sotto lo stesso tetto moderati, riformisti e compagni. C’è sempre un uccello, si chiami Franceschini, Zingaretti o Boccia, come nelle carte, a dettarle un da farsi giusto oggi, ma sbagliato domani. Se Elly, però, sarà a giugno sotto il 20% e soprattutto sarà superata dal M5S, sarà morta politicamente, non facendo meglio di quel Letta su cui doveva svoltare. Dopo la morte, nel mondo esoterico, comunque, c’è sempre una nuova vita. Sarà la volta buona per i dem?
Nei tarocchi chi non può mancare è sicuramente l’appeso (per alcuni l’impiccato, per altri il traditore), ruolo cucito su misura per Salvini. Quest’arcano, infatti, guarda i problemi da una nuova prospettiva, che presuppone un’attesa prima che la situazione si sblocchi. Il ribaltamento, magari una vittoria dell’amico Trump negli Usa, comporta pazienza, ma anche sacrificio, come quello a cui il Carroccio potrebbe essere chiamato alle europee.
Nei tarocchi, c’è, poi, la morte. Nel nostro mazzo è rappresentata da Conte. Il tredicesimo arcano è il simbolo della trasformazione, quella che solo all’avvocato di Volturara Appula, riesce al meglio, considerando la sua mutazione da novello De Gasperi a piccolo Gramsci. Un Giolitti 2.0 o meglio un camaleonte pugliese. Allo stesso tempo un cambio, come l’ultima giravolta sul Mes, che come sulle nomine Rai, lo ha portato sulle medesime posizioni della premier, potrebbe significare liberazione o fine di un ciclo. La peculiarità del simbolo, intanto, è la relazione amorosa, il matrimonio, come quello politico tra Di Maio e Draghi, determinante per la trasformazione. L’unica cosa a non evolversi sono i soldi da versare al santone Grillo. Qui non basta la “cazzimma” di un buon contabile a far dimenticare le vacanze di lusso sulla neve.
L’ultima carta del nostro mazzo, infine, è il Papa. In questo caso chi intraprende il viaggio spirituale, anche se lui ne ha fatti più di uno, è Renzi. Matteo ha un’ispirazione occulta, più araba che cristiana, voci lontane che lo portano sulla retta via. La differenza tra il nostro e il vero pontefice è che nel primo caso, lealtà, franchezza e rispetto degli altri, stai sereno docet, non sono all’ordine del giorno. A prevalere la sola esperienza. Presa al rovescio, d’altronde, la carta del Papa, nei tarocchi, si approfitta della sua immagine di serietà per ingannare il prossimo. È un profilo autoritario ed egoista che pensa che solo le sue idee siano quelle giuste.
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