Cronaca

Le minacce e il depistaggio, così Bujar ha ucciso Vanessa

di Cristiana Flaminio -


Fandaj Bujar, dopo aver ammazzato in casa sua Vanessa Ballan, aveva chiamato i carabinieri promettendo che il giorno dopo si sarebbe costituito a Riese. La telefonata, giunta al 112, “è stata registrata – ha spiegato il procuratore di Treviso Marco Martani -, Bujar aveva detto di aver fatto una cosa brutta”. L’uomo, 41enne di origini kosovare, è stato fermato ad Altivole. Gli inquirenti non hanno creduto alla volontà dell’uomo di consegnarsi. È stato proprio il suo stesso cellulare, senza sim, a tradirlo. E a insospettire gli investigatori. Che non hanno voluto lasciare alcun vantaggio all’uomo e hanno deciso di stringergli le manette ai polsi temendo un depistaggio.

Resta il rammarico. La vita di Vanessa si sarebbe potuta salvare. “L’unica misura che avrebbe potuto impedire l`aggressione sarebbe stata la custodia cautelare in carcere, un provvedimento per sostenere il quale non vi erano oggettivamente elementi sufficienti”, ha spiegato il procuratore Martani: “Le denunce da codice rosso vengono trattate dal magistrato di turno, che poi passa il fascicolo al magistrato del gruppo fasce deboli. In quel caso, nel giro di un giorno era stata fatta la perquisizione e passato il fascicolo al magistrato competente, il quale non aveva ritenuto ci fossero gli elementi per la richiesta di una misura cautelare, ma aveva deciso di approfondire le indagini chiedendo i tabulati del telefono”.

I racconti sull’ossessione di Bujar per Vanessa assumono, ora, contorni drammatici. Il kosovaro era una presenza fissa nella vita della giovane mamma trevigiana. Si presentava fino a quattro, cinque volte al giorno al supermercato in cui lei lavorava. Le chiedeva di lasciare l’attuale compagno, di tornare con lui. Altrimenti l’avrebbe pagata. Carissima. Fandaj Bujar ha tenuto fede alle sue allucinate promesse. Ha sfondato con un martello una finestra, è entrato nell’abitazione di Riese Pio X della donna, l’ha accoltellata al petto, per dieci volte. incurante di tutto. Persino del fatto che lei fosse incinta, in attesa di un altro bambino. Orrore che si aggiunge a orrore.


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