Manovra, stop Superbonus: “Costa più della sanità”
Fuori dalla porta della Manovra, il Superbonus rientrerà dalla finestra del provvedimento ad hoc. Ne è convinto Guido Quintino Liris, senatore Fratelli d’Italia e tra i relatori della Manovra, che ha spiegato: “Sono state ore di confronto con il governo e i vari ministeri ma soprattutto col Mef, abbiamo affrontato più volte questo tema e l’ipotesi su cui da subito ho lavorato, quello del Sal straordinario senza proroghe e senza onerosità sul 2024, che andava un po’ incontro ai paletti messi dal Mef, può essere calzante e vedere la luce. Lo può essere entro la fine dell’anno, non per forza col Milleproroghe che avrebbe delle difficoltà, ma c’è l’ipotesi di un provvedimento ad hoc”.
Quindi, con l’ipotesi di uno stato di avanzamento lavori straordinario, al massimo, si salverà chi ha già avviato le procedure. Del resto, il governo è determinatissimo a chiudere, definitivamente, il capitolo. Una volta e per sempre. Le parole di Giorgia Meloni sono state fin troppo chiare: “È costato quanto tutta la sanità” ha tuonato dal palco di Atreju, da cui ha rivendicato: “Abbiamo fatto una Manovra espansiva nonostante una situazione drammatica ereditata nei conti pubblici soprattutto a causa del Superbonus”. Che, stando ai conti della premier: “Ci ha lasciato un buco da 140 miliardi, quanto lo Stato spende in un anno per tutta la sanità” mentre “qualcuno faceva campagna elettorale dicendo che si è potuto ristrutturare gratuitamente casa”.
A proposito di sanità, la Commissione Bilancio del Senato ha dato l’ok agli emendamenti che mettono al riparo la pensione dei medici. I tagli non riguarderanno neanche gli assegni per maestri d’asilo, dipendenti di enti locali e ufficiali giudiziari. Che, però, subiranno decurtazioni se sceglieranno di andare prima in pensione. Rimane tutto invariato, dunque, per coloro i quali matureranno i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno. Cambierà qualcosa, invece, per chi deciderà di scegliere la via anticipata alla pensione. Chi sceglierà di tardare il pensionamento anticipato potrà ridimensionare i tagli all’assegno. Inoltre saranno posticipate le finestre di uscita: un mese se si matureranno i requisiti nel 2025, due mesi nel 2026, di quattro mesi se si maturano i requisiti nel 2027 e di sei mesi se si maturano i requisiti dal primo gennaio 2028. Inoltre sarà possibile, a medici e dirigenti sanitari, rimanere a lavorare fino a 70 anni. Su base volontaria.
Le scelte del governo non hanno convinto del tutto i medici che hanno confermato gli scioperi e le agitazioni. Scettici anche i veterinari mentre gli anestesisti usano l’amara ironia: “Lavorare fino a 72 anni? Andremo in ospedale con la badante…”.
Restano intatti i fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina. Tuttavia, il governo è riuscito a reperire nuovi fondi attingendo al fondo di Sviluppo e Coesione delle Regioni. Da qui arriveranno circa 2,3 miliardi di euro. Un’iniezione di capitali pubblici fondamentale per mantenere la dotazione e, contestualmente, dare un po’ di ossigeno alle casse dello Stato. Complessivamente, lo stanziamento per il Ponte sullo Stretto sarà pari a 11,63 miliardi di euro. La notizia fa felice il vicepremier e ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Matteo Salvini che, rivendicando di essere “abituato a mantenere le promesse che faccio”, annuncia che “il ponte sarà un passo avanti per l’ingegneria e tutto il mondo verrà a studiarla qui”. Ma, allo stesso tempo, il fatto che i fondi arrivino dal Fsc innesca un nuovo fronte di polemica. Per ora colto dai senatori del M5s che hanno parlato di “maxi taccheggio” ai danni del Sud e hanno paragonato lo stesso vicepremier ad Arsenio Lupin. Ma presto, statene pur certi, arriveranno i governatori.
Tornando alla casa, e archiviato definitivamente il Superbonus, la Manovra prevede un fondo da cento milioni per il disagio abitativo. Si tratta di risorse che, stando a quanto ha rivelato il sottosegretario Mef Lucia Albano, saranno utilizzate “per elaborare modelli sperimentali di edilizia residenziale pubblica” mentre “le azioni di contrasto al disagio abitativo saranno supportate anche dal lavoro della Cabina di Regia sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, da me presieduta al Ministero dell’Economia e Finanze, grazie alle indicazioni che verranno elaborate dal programma nazionale”. Prevista, inoltre, la possibilità di accesso al fondo prima casa per le famiglie numerose a basso reddito. Tra i requisiti, c’è l’Isee non superiore a 40mila euro (per le famiglie con tre figli sotto i 21 anni d’età) e non più alto di 45mila euro e 50mila euro, rispettivamente per quelle con quattro o cinque e più figli infra 21enni. È previsto che la garanzia sarà rilasciata “nella misura massima dell’80 per cento della quota capitale” per le famiglie con tre figli. Quota che salirà all’85% per quelle con quattro figli e arriverà al 90 per cento per quelle con cinque o più figli.
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