Stretta delle banche per i prestiti a imprese e famiglie: solo dal 2024 una lenta ripresa
A ottobre i prestiti al settore privato sono diminuiti del 3,2% e quelli alle famiglie si sono ridotti dell’1,1%: lo rileva Bankitalia, una stretta che legge anche l’EY European Bank Lending Economic Forecast 2023. Per l’analisi della congiuntura creditizia europea, finalizzata ad approfondire l’evoluzione dei prestiti al settore privato e a prevederne gli andamenti. Il credito bancario al settore privato si contrarrà dell’1,9% nel 2023 per poi tornare a crescere dell’1,1% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, analogamente alle altre principali economie dell’Eurozona.
Secondo lo studio, i mutui ipotecari dovrebbero aumentare dell’1,1% quest’anno, comunque in calo rispetto al +4,2% nel 2022. Il credito al consumo è stimato in crescita del 4,5% quest’anno, mentre si prevede che i prestiti alle imprese subiranno una contrazione del -5,1%, prima di tornare a crescere dell’1,4% nel 2024.
Stefano Battista, Italy Financial Services Market leader di EY, commenta la stretta: “Gli intermediari finanziari continuano a operare in un contesto macroeconomico e geopolitico molto complesso: i tassi di interesse sono ai livelli più elevati dalla nascita dell’Eurozona, le tensioni e i conflitti in Europa e Medioriente hanno avuto una escalation nel corso di quest’anno e, sebbene l’inflazione e i prezzi dell’energia stiano scendendo, il quadro di riferimento rimane incerto. I volumi delle transazioni del mercato immobiliare hanno subito nella seconda parte dell’anno una frenata e di conseguenza il livello dei mutui sta scendendo. Guardando al futuro, le banche italiane si trovano a dover intraprendere una serie di azioni per confermare la solidità dei propri indicatori economico-finanziari in un anno in cui i tassi di interesse dovrebbero iniziare a ridursi, continuando a supportare i clienti e mantenendo un livello di investimenti importante, necessario a sostenere la trasformazione tecnologica digitale, elemento strategico per una crescita sostenibile nel lungo termine”.
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