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Incendio all’ospedale a Tivoli, il pm: “Fiamme partite dall’esterno”. Spunta il rapporto Agenas

di Redazione -


E’ di tre morti il bilancio dell’incendio scoppiato nella tarda serata di venerdì nei locali dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, alle porte di Roma. Le fiamme sarebbero divampate in un piano interrato raggiungendo i piani superiori, poco dopo le 22.30. Il personale ospedaliero ha provveduto ad evacuare alcuni pazienti ricoverati all’interno della struttura. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Tivoli, la Polizia e i Carabinieri.

Le fiamme hanno interessato i reparti di terapia intensiva e del pronto soccorso, che si trovano ai piani bassi dell’ospedale di Tivoli. Diversi pazienti, pare almeno 200/250, sono stati evacuati e trasportati in ambulanza nei vicini ospedali della Capitale o comunque portati via dai locali dell’ospedale, all’esterno, a causa del fumo intenso che ha invaso tutto l’ospedale. Decine i mezzi di intervenuti. Via Roma, una delle principale strade della città di Tivoli, è stata chiusa al traffico per agevolare i soccorsi. Il Comune di Tivoli ha inoltre attivato il Coc, Centro Operativo Comunale, per gestire l’emergenza.

Il primo cittadino di Tivoli ha anche aperto la palestra comunale ove alcuni pazienti sono stati ricoverati alla meglio con coperte su brandine, mentre quelli intossicati dal fumo sono stati trasportati in altri ospedali: nella palestra anche bambini, una donna incinta e tutti i pazienti ricoverati per il Covid evacuati da un piano interrato. La situazione si presenta ancora allarmante nonostante le fiamme sono state spente (pare partite da una caldaia scoppiata in un seminterrato o da un piano interrato ove sono custoditi i rifiuti speciali ospedalieri), mentre il personale sanitario, insieme ai vigili del fuoco, sarebbe impegnato a monitorare alcuni pazienti, pare anche bambini, ricoverati nei reparti di terapia intensiva e che quindi necessitano di rimanere assistiti dal funzionamento delle apparecchiature di quei reparti.

Sono partite dall’esterno, dal retro della struttura, le fiamme divampate nella notte nell’ospedale. Il rogo, che ha coinvolto anche i rifiuti stoccati, si è poi propagato all’interno interessando il pronto soccorso, con il fumo che ha invaso il nosocomio.

”Abbiamo acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza – ha spiegato il procuratore di Tivoli Francesco Menditto – da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto e che ci permettono di escludere al momento il dolo”.

Dolore e rabbia tra i familiari dei pazienti dell’ospedale, a partire da quelli delle tre vittime, che ora chiedono con forza di conoscere al più presto i motivi dell’incendio e le responsabilità sull’accaduto.

L’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, coinvolto questa notte in un incendio in cui sono morti tre pazienti, era finito tra i ‘peggiori’, insieme ad altre strutture sanitarie pubbliche, nel monitoraggio del Programma nazionale esiti (Pne) edizione 2023 dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il report, presentato a fine ottobre, è uno strumento di valutazione a supporto di programmi di audit clinico e organizzativo. Il lavoro di Agenas ha fotografato la performance degli ospedali del Ssn nel 2022 mostrando le luci e le ombre. E proprio l’ospedale di Tivoli era finito tra quelli in ‘ombra’ con indicatori negativi rispetto a quelli con le ‘best practice’, secondo il Pne dell’Agenas. Indicatori negativi nell’area osteomuscolare, nefrologia e chirurgia generale. Il Pne indicava l’ospedale S. Giovanni Evangelista tra le “strutture a cui è stato richiesto di avviare una procedura di audit sulla qualità dei dati”. Inoltre – si legge nel Pne – il “volume di attività è inferiore alla soglia (tolleranza del 10%) fissata dal regolamento riguardante la definizione degli standard ospedalieri o desumibile dalla letteratura scientifica”

La struttura tiburtina era quindi stata inserita con altre 8 tra i ‘peggiori’ rispetto alle altre monitorare. Ospedali che non hanno ottenuto una valutazione sufficiente, ha precisato l’Agenas. Sono ospedali che più volte hanno fatto registrare standard di qualità molto bassi. Insieme al San Giovanni Evangelista: l’Umberto I di Nocera Inferiore, Luigi Curto di Polla e Immacolata di Sapri; Vittorio Emanuele di Gela e V. Cervello di Palermo; Stabilimento Ospedaliero di Sanremo; Ss. Pietro e Paolo di Borgosesia. Va detto che ben 436 strutture sono risultati ‘non classificabili’, perché hanno avuto un livello di attività così bassa che non è stato possibile valutarle.

L’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, coinvolto questa notte in un incendio in cui sono morti tre pazienti, era finito tra i ‘peggiori’ insieme ad altre strutture sanitarie pubbliche, nel monitoraggio del Programma nazionale esiti (Pne) edizione 2023 dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il report, presentato a fine ottobre, è uno strumento di valutazione a supporto di programmi di audit clinico e organizzativo. Il lavoro di Agenas ha fotografato la performance degli ospedali del Servizio sanitario nazionale nel 2022 mostrando le luci e le ombre. E proprio l’ospedale di Tivoli era finito tra quelli in ‘ombra’ con indicatori negativi rispetto a quelli con le ‘best practice’, secondo il Pne dell’Agenas. Indicatori negativi nell’area osteomuscolare, nefrologia e chirurgia generale. Il Pne indicava l’ospedale S. Giovanni Evangelista tra le “strutture a cui è stato richiesto di avviare una procedura di audit sulla qualità dei dati”. Inoltre – si legge nel Pne – il “volume di attività è inferiore alla soglia (tolleranza del 10%) fissata dal regolamento riguardante la definizione degli standard ospedalieri o desumibile dalla letteratura scientifica” La struttura tiburtina era quindi stata inserita con altre 8 tra i ‘peggiori’ rispetto alle altre monitorare. 





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