Politica

Patto di Stabilità, un altro flop che adesso fa paura a tutta l’Ue

di Giovanni Vasso -

Ursula von der Leyen, Paolo Gentiloni


Flop Patto di stabilità, punto e a capo: niente di fatto alla cena che avrebbe dovuto, informalmente, preparare il terreno all’approvazione del nuovo meccanismo. Se ne parlerà oggi all’Ecofin. Ma le speranze che si possa concludere il negoziato sono appese al lumicino. Tutto come previsto, in fondo, nonostante le rassicurazioni politiche. Tra cui quelle del commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni che, per salvare il salvabile, aveva annunciato che il Patto si sarebbe fatto al 51%. Parigi e Berlino, infatti, non hanno ancora trovato la quadra. “Siamo d’accordo al 90%”, ha spiegato il ministro francese all’Economia Bruno Le Maire. Tradotto dall’europolitichese, vuol dire che il negoziato tra Francia e Germania continua ma su posizioni distanti sui temi centrali. E poi ci siamo noi. C’è l’Italia. Che non ha la minima intenzione di restarsene a “subire” le scelte altrui né di firmare ciò che gli altri hanno apparecchiato per noi. Giorgia Meloni è stata chiarissima: “Non firmeremo impegni che non possiamo rispettare”. Il ministro Giorgetti ha sottolineato che l’Italia ha la piena consapevolezza e la volontà di ridurre il suo debito ma che gli investimenti, da cui dipenderà lo sviluppo economico del Paese in una fase cruciale come quella attuale, vanno tutelati.

Nella serata di ieri le “fonti”, le solite e anonime fonti Ue, hanno fatto sapere urbi et orbi che “La presidenza spagnola ha messo sul tavolo un nuovo testo di compromesso abbiamo fatto molti progressi, ma è un negoziato difficile e ci stiamo arrivando”. Persino i funzionari o chi per loro sente il bisogno di rassicurare il Continente. Il rischio, infatti, è che tornino in vigore il vecchio Patto e la sua gabbia d’acciaio. Persino Mario Draghi ha sconsigliato Stati membri e Commissione dal fare questo passo indietro. Che sarebbe catastrofico per tutti. E sarebbero guai per tutti, non soltanto per gli indebitati cronici come l’Italia. “C’è la volontà di chiudere un accordo, ma deve essere ancora fatto del lavoro. Servono una valutazione giuridica e consultazioni sulla nostra proposta, che non è stato possibile concludere stanotte”, spiegano le “fonti” manco fossero a una conferenza stampa. “Siamo arrivati fino a dove si poteva: continueremo il lavoro nei prossimi giorni: gli elementi per un accordo ci sono, serve un lavoro finale sulla redazione giuridica del testo e sulla calibrazione”. Insomma, nulla di fatto. Il Patto di Stabilità sta diventando un flop è come la “famosa” rivoluzione di qualche decennio fa: “oggi no, domani forse ma dopodomani sicuramente”.


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