Attualità

Gino Cecchettin sotto attacco social: quei post sessisti e c’è chi accusa un hacker

di Rita Cavallaro -

Femminicidio Giulia Cecchettin. Basilica di Santa Giustina. Funerali. 05 Dicembre 2023. Padova. ANSA/NICOLA FOSSELLA


Dal patriarcato all’hackerato il passo è breve. Tanto che Gino Cecchettin, il padre di Giulia, è passato in men che non si dica da simbolo della lotta alla cultura maschilista a boomer sessista tanto osé da spingere più di qualcuno a ipotizzare che quei post su X non potesse averli scritti lui. 

Sui social hanno cominciato a girare gli screenshot dei commenti del papà di Giulia, che giusto il giorno del funerale della figlia aveva fatto un discorso carico di significato che sarà letto nelle scuole italiane. Un appello alla presa di coscienza degli uomini, affinché siano agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Eppure, poche ore fa, quelle parole sono state offuscate da una serie di commenti a sfondo sessuale ad attrici e personaggi dello spettacolo, anche giovanissime. Da battute da bar tra uomini, come quella del 27 luglio 2022, quando @ginother (questo il nick aperto da Gino oltre dieci anni fa) rispondeva “Radiosboro” a un altro utente che scriveva: “Domani la mia prima festa dell’ufficio nuovo qui a Torino io unico veneto e al karaoke dopo chissà quanti bicchieri non so se esordire con le canzoni dei rumatera o pittura freska”. 

E l’hashtag RADIOSBORO è salito al vertice dei trend di X, battendo addirittura #PrimaScala. In quel calderone migliaia di commenti, con tanto di foto dei post incriminati, che vanno indietro nel tempo, fino al 2018. “Comunque le donne con tette piccole hanno bisogno di un uomo che presta attenzione ai dettagli”, scriveva una ragazza. E lui: “Se compensano col culo, anche no”. A un’altra che aveva pubblicato la foto delle gambe, Gino garantiva: “Calze con la riga e scarpe coi tacchi fanno sesso anche se indossate dalla Pina Fantozzi… per enfatizzare la potenza sensuale di quel tipo di outfit”. E a Candy che chiedeva consigli su un nuovo nome per il suo vibratore @ginother proponeva: “Bert-one o bertone”. Alla domanda di un altra utente “uscireste con voi stessi, sinceri eh”, assicurava “certo che sì. Sono alto, bello, divertente, erudito e soprattutto scopo da dio. Ah dimenticavo, sono anche umile”. Il 14 dicembre 2020, @yenisey74 corredava una sua foto in sciarpa e cappello con la frase: “Passare da 40° con tanga a 4° con lana, è assai dura eh. Ah Cuba, a volte mi manchi”. La risposta è memorabile: “Memorabile sarebbe stata una foto a 4° col tanga”. E la pietra tombale con “adesso ti metto una mano nelle mutande”. O con una risposta più recente al “mi confermate che nonostante gli anni ci si imbarazzi sempre?. Lui: “Se scoreggi durante un 69 può succedere”.

Screenshot diventati virali al punto da sconcertare così tanti utenti e a far sorgere il dubbio che il papà di Giulia, così composto e educato, non potesse aver scritto quelle cose. È nato così il giallo che qualcuno potesse aver hackerato il profilo, largamente visitato e poco dopo chiuso. Più di qualcuno ha garantito che il maschilista social sarebbe proprio Gino Cecchettin, spiegando che su quel profilo, dalla scomparsa della ragazzina uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, in queste settimane sarebbero stati pubblicati alcuni appelli riguardanti Giulia. Utenti più esperti hanno postato dei link di un archivio web sul quale sarebbero rimaste tracce dei post anche dopo la cancellazione del profilo. Inoltre la chiusura in fretta e in furia dell’account, proprio mentre uscivano le foto dei commenti sessisti, ha alimentato ancora più il sospetto che l’autore fosse Gino. Allo stesso tempo, seppure è praticamente impossibile per un hacher retrodatare i post, è spuntata l’ipotesi che quel profilo fosse stato hackerato con lo scopo di gettare fango sul papà simbolo della lotta alla violenza sulle donne e, magari, minare anche la decisione del ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha intenzione di trasmettere la lettera di papà Gino in tutte le scuole, affinché venga letta agli studenti.  


Torna alle notizie in home