Economia

Le farse e le paure della Ue che verrà

di Redazione -


di FABIO DRAGONI
Le chiacchiere che sentite o gli editoriali che leggete a proposito della maggioranza che dovrebbe formarsi dentro il Parlamento Ue per poi governare l’Unione è tutto fiato o inchiostro sprecato. Vi spiego perché. Diamo per scontato che si è ormai creata un’intesa robusta fra i popolari (con dentro Forza Italia assieme alla CDU tedesca) ed i conservatori (con Fratelli d’Italia, gli spagnoli di VOX ed il PIS polacco).

Questo asse, per quanto solido, non avrà la maggioranza. E dovrebbe scegliere: da una parte i socialisti ed i liberali (una riedizione allargata della cosiddetta maggioranza Ursula) dall’altra i sovranisti dati in forte ascesa. Per una Lega fisiologicamente in calo rispetto all’exploit delle europee del 2019 ci sono come compagni di viaggio (anzi camerati, per usare il linguaggio di giornaloni mainstream) la Le Pen ed AFD dati in forte crescita. Tutto dipenderà dell’esito del voto che si terrà nel prossimo giugno nei 27 Paesi dell’Unione. E già questo sarebbe sufficiente a bollare come oziosa questa discussione.

Ma anche avessimo la sfera di cristallo e conoscessimo in anteprima i risultati, non avrebbe comunque alcun senso domandarsi che tipo di coalizione si formerà in seno al parlamento di Strasburgo per il semplice motivo che le coalizioni non sono mai esistite né mai esisteranno. L’unico momento in cui il Parlamento Europeo ha veramente voce in capitolo è quando deve approvare la nomina del Presidente di Commissione a scrutinio segreto all’inizio del quinquennio. E pure qui non servono patti di sangue.

Basta un’intesa e poi ognun per sé. Una volta nominato il presidente, il Parlamento se ne andrà praticamente in letargo. Di fatto non potrà sfiduciare la Commissione Ue che sarebbe teoricamente il governo dell’Unione. Scrivo teoricamente perché la Commissione ha pure, anzi soprattutto, il potere di iniziativa legislativa. Scrive progetti di direttiva e regolamenti che tanto devastante impatto hanno nella nostra vita. Bozze che poi dovranno essere approvate dal Parlamento UE e dal Consiglio UE.

Da non confondere con il Consiglio Europeo. Quest’ultimo si riunisce periodicamente una volta al mese e vi partecipano i capi di governo degli stati membri. Il Consiglio UE è invece un organo permanente e di indirizzo dei lavori la cui presidenza è assegnata ogni sei mesi ad una nazione diversa a rotazione. Avete il mal di testa? Siete giustificati. Non ci si capisce un bel niente. Ed è volutamente così. Tutto è teso a far si che gli elettori credano di votare un organismo importante quale il Parlamento UE che però non ha potere di iniziativa legislativa (come un qualsiasi parlamento) né può sfiduciare l’esecutivo ma solo nominarlo.

Cionondimeno sarà chiamato ad esprimersi sulla normativa in approvazione e qualora esprima un parere contrario rispetto alla proposta della Commissione, perché magari emenda il testo in approvazione, si apre un dialogo a tre detto Trilogo fra Commissione UE, Parlamento e Consiglio UE per arrivare ad un accordo definitivo sulla normativa in approvazione.

Un modo elegante, il termine trilogo, per definire il mercato delle vacche. Detto tutto questo, non solo non si formeranno coalizioni fra i vari gruppi (popolari, conservatori, socialisti, liberali, verdi, sovranisti etc) ma gli equilibri si formeranno e disfaranno di volta in volta.

E tenete conto che fino ad oggi sui dossier più importanti un gruppo importante come il Partito Popolare Europeo è addirittura quasi sempre riuscito al suo interno a spezzarsi in tre fette quasi uguali: quelli a favore, quelli astenuti e quelli contrari. In altre parole, Forza Italia e Fratelli d’Italia avranno buon gioco a dire che non governeranno mai coi tedeschi di AFD per il banale motivo che nessuno governa nulla là dentro. Ma troveranno casualmente di volta in volta l’intesa su determinati dossier senza dire che sono alleati. Capite perché non ha senso la discussione?


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