LA GHIGLIOTTINA – Se il ministro non può scendere del treno con i passeggeri
L’Italia è il Paese delle polemiche fine a se stesse che tengono banco spesso distraendo le tifoserie contrapposte dal motivo scatenante dello scontro. Come nel caso del treno del ministro Lollobrigida. Tutti hanno parlato a sproposito – arrivando persino, come nel caso del Pd, a chiedere un’informativa urgente alla Camera – quasi nessuno si è posto il vero problema: è giusto che un ministro prenda i mezzi pubblici come tutti o ha diritto a usufruire dei mezzi di trasporto a disposizione delle istituzioni? Lo chiediamo, perché se avesse approfittato di un volo di Stato o preso l’auto blu magari avrebbero urlato contro i soliti privilegi. Stavolta che invece un ministro, nella fattispecie quello dell’Agricoltura, ha preso un Frecciarossa per Caivano che viaggiava con 100 minuti di ritardo ed è sceso appena ha potuto per raggiungere chi lo stava aspettando, ossia ragazzi e bambini per l’inaugurazione di un parco urbano, tutti si stracciano le vesti per la fermata straordinaria ad personam.
Se il ministro scende dal treno perché è consentito scoppia comunque la polemica
Ebbene, a bordo del treno è stato fatto un annuncio che dato il ritardo accumulato alla prima fermata possibile chi avesse voluto scendere avrebbe potuto farlo. E così ha fatto il ministro. La notizia purtroppo è un’altra, anche se non fa notizia, perché è quasi la norma: un treno alta velocità con oltre un’ora e mezza di ritardo.
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