In Olanda vince Wilders, flop del green Timmermans
In Olanda trionfa Geert Wilders. Che mazzata per Frans Timmermans. Il centrosinistra aveva schierato l’artiglieria pesante ma il papà del green, che sognava di guidare il Paese uscito da tredici anni di cura Rutte, s’è scontrato con la realtà e l’elettorato olandese. Che ha dato la maggioranza al Pvv, che ha raccolto il 23% abbondante dei consensi. L’intesa tra Verdi e Socialdemocratici non è riuscita a convincere che il 15,6% degli olandesi. Un flop assoluto per chi schierava l’ex vicepresidente della Commissione Ue. Un fallimento, quello della sinistra neederlandese sottolineato dal fatto che Mark Rutte e il suo partito, travolti dall’ultima crisi di governo, hanno sfiorato il 15%. Un flop nel flop dal momento che Rutte e soci si aspettavano di tornare in sella grazie alla candidatura di Dilan Yesilgoz.
Ma il rebus adesso riguarda la formazione del governo. Il Pvv di Wilders ha bisogno di intessere alleanze ampie per raggiungere i 76 voti fondamentali (su 150) per conquistare la maggioranza parlamentare e conquistare l’esecutivo. Geert Wilders si gode il successo, intanto. Il Partito della libertà ha raddoppiato i seggi e adesso può contare su trentasette parlamentari. Timmermans, se tutto andrà bene per lui e la sua alleanza rossoverde, non supererà i 25 deputati. Il leader del Pvv è sicuro: “Ora governeremo”. Niente drammi, dunque. Anche se sui Paesi bassi si allunga lo spettro di quanto accaduto in Spagna dove, nonostante la sconfitta cocente alle urne, il premier uscente Pedro Sanchez è tornato in sella al governo grazie a un accordo, contestatissimo, che garantirà libertà e impunità per i secessionisti catalani.
Nel frattempo, a Wilders sono arrivati messaggi di auguri e congratulazioni dagli alleati europei di Id. A cominciare da Matteo Salvini che ne approfitta per rilanciare una stoccata a Forza Italia: “Altro che inciucio coi socialisti”. Gli eurodeputati leghisti Zanni e Campomenosi hanno applaudito agli amici e colleghi olandesi: “I risultati elettorali nei Paesi Bassi, che vedono il trionfo degli alleati della Lega, sono un segnale importante per tutta l’Europa, che non può e non deve essere ignorato. In uno dei Paesi più green ed europeisti, gli elettori hanno sonoramente bocciato le politiche Ue, incarnate tanto dal partito che ha governato per anni guidato da Rutte, da tempo portato in palmo di mano da Bruxelles, quanto dal campione del Green Deal Timmermans, volto di tutte le disastrose politiche ideologiche ed estremiste messe in campo dall’attuale commissione. I cittadini hanno premiato invece chi come Wilders ha messo al centro la contestazione di certi eccessi, la tutela dell’identità contro il fondamentalismo islamico e la sicurezza dei cittadini. Anni di propaganda e narrazione Ue che, quando devono fare i conti con la realtà, vengono spazzati via dal voto dagli elettori”.
Reazioni entusiastiche arrivano dalla Francia: “Congratulazioni a Geert Wilders e al PVV per la sua spettacolare performance alle elezioni legislative che conferma il crescente attaccamento alla difesa delle identità nazionali – ha scritto Marine Le Pen, leader del Rassemblement National – . È perché ci sono persone che rifiutano di vedere spenta la fiaccola nazionale che la speranza di cambiamento resta viva in Europa”. Il dato politico, in Olanda, è ancora un altro. Non è legato solo all’avanzata delle destre. Ma è la solenne bocciatura che l’elettorato ha tributato a Frans Timmermans e, dunque, alle politiche green della Commissione guidata da Ursula von der Leyen e di cui il vicepresidente olandese è stato uno dei promotori più intransigenti. A Timmermans non è bastato nemmeno fare passi indietro e chiedere scusa ai giovani agricoltori e allevatori olandesi. La sconfitta era scritta. Non nelle stelle, ma nei contestatissimi regolamenti che hanno rischiato di compromettere l’economia dei Paesi bassi.
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