Esteri

Netanyahu: “Non riusciamo a ridurre le vittime civili”

Israele vorrebbe ridurre il numero di vittime civili ma, semplicemente, “non ci riusciamo”: lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu che, intervistato alla Cbs, ha rassicurato il mondo sul fatto che l’esercito di Gerusalemme tenta di limitare il numero dei morti nella Striscia. Ma la strategia di Hamas impedirebbe alle forze armate israeliane di abbassare il dato sui civili. “Ogni vittima civile è una tragedia, non dovrebbero essercene perché stiamo facendo tutto il possibile affinché i civili siano lontano dai pericoli, mentre Hamas sta facendo di tutto perché siano in situazioni di rischio”, ha spiegato Netanyahu. Che ha aggiunto: “Cercheremo di concludere il lavoro con il minor numero possibile di vittime civili, è quello che stiamo cercando di fare. Ma purtroppo non ci siamo riusciti”. Nell’intervista Netanyahu, dopo aver toccato il tema delle vittime civili, ha anche detto che Israele aveva “forti indizi” sulla presenza di ostaggi trattenuti da Hamas nell’ospedale al-Shifa: “Avevamo forti indizi – ha affermato – ed è uno dei motivi per cui siamo entrati nell’ospedale. Se c’erano, sono stati portati via. Abbiamo informazioni di intelligence sugli ostaggi, ma meno ne parlo e meglio è”. Nel frattempo le forze armate israeliane hanno reso noto di aver trovato il corpo senza vita di una ragazza di 19 anni. I resti della giovane soldatessa sono stati rinvenuti in un edificio a Gaza nord, in un’area nei pressi dell’ospedale al Shifa. Si tratta, come riferisce Haaretz, della giovane Noa Marciano. Era stata rapita durante gli attacchi del 7 ottobre scorso ed era stata filmata dai miliziani di Hamas durante la sua prigionia. Straziante il racconto delle ultime parole tra la ragazza e sua madre, Adi, che in un’intervista ha riferito: “Mi ha detto che si trovava in uno spazio protetto e che c’era stata un’infiltrazione. Ha detto che doveva terminare la chiamata. Non ho sentito spari o urla. Mezz’ora dopo le ho mandato un messaggio, ma non ha risposto”.