Economia

Caro voli: l’Antitrust indaga sull’algoritmo dei rincari

di Giovanni Vasso -


L’Antitrust apre un’indagine conoscitiva sul caro voli per i viaggi aerei da e per le Isole. Che, come ormai da settimane denunciano i consumatori, in vista del Natale sono letteralmente decollati. Così, l’autorità garante della concorrenza e del mercato ha messo nel mirino l’ormai famigerato algoritmo che decide i costi dei biglietti. E questo perché, valutando i numeri e confrontandoli con quelli dell’anno passato, s’è scoperto che il livello dei prezzi è a dir poco elevato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Se è vero che il costo del biglietto è quantificato da un sofisticato programma informatico, adesso l’Antitrust vorrebbe vedere cosa c’è dentro e come mai l’algoritmo decida, sempre, a detrimento dei consumatori. E vuol farlo soprattutto in vista del fatto che, presto, l’intelligenza artificiale potrebbe prendere definitivamente il posto dei “bigliettai” e, con l’impostazione di programmi di machine learning, si potrebbero determinare “possibili effetti negativi sul funzionamento del mercato e sulle condizioni di offerta ai consumatori legati all`uso degli algoritmi di prezzo, nel contesto di riferimento”. L’indagine dell’Antitrust, inoltre, “approfondirà anche le modalità di comunicazione al pubblico dei prezzi dei biglietti aerei e delle loro diverse componenti”. L’Antitrust si è riservata di “imporre alle imprese misure comportamentali o strutturali per eliminare le distorsioni della concorrenza o per raccomandare le opportune modifiche legislative/regolamentari così da migliorare il funzionamento dei mercati”. Ma non è tutto perché “se nel corso del procedimento le imprese presentano impegni, l`Autorità potrà valutarne l’idoneità a risolvere le criticità rilevate e renderli obbligatori”.

La scelta dell’Antitrust è stata salutata con soddisfazione dal ministro alle Imprese e al Made in Italy, Adolfo Urso, che a margine di un evento a Pomigliano, ha spiegato: “L’indagine Antistrust è la dimostrazione che il nostro decreto legge, le norme contenute nel decreto asset strategico, stanno funzionando. Abbiamo fornito all’Antitrust gli strumenti per agire. È quello che deve fare il Governo. E quindi l’Antitrust ora può agire, a tutela degli utenti, in quel caso di coloro che in Sicilia o in Sardegna non hanno alternative di mercato, e anche a tutela degli operatori che hanno bisogno di una trasparenza per poter agire al meglio”. Ma Urso vede ancora più lungo: “Abbiamo aperto la strada all’Europa, come dimostra peraltro quanto detto dal Commissario europeo pochi giorni fa sulle anomalie che si sono verificate sulle tariffe per i voli in Europa, e non soltanto in Italia, nel corso degli ultimi mesi. Anomalie evidenziate dal fatto che, mentre le compagnie facevano profitti mai visti prima, e il prezzo del carburante era in discesa, il prezzo invece dei biglietti aerei cresceva. L’Italia ha fatto scuola”.

Applausi all’Agcm arrivano anche da Renato Schifani. Il governatore della Sicilia ha rivendicato che la decisione dell’autorità garante rappresenta “la conferma che le nostre battaglie in difesa dei viaggiatori contro le distorsioni del sistema di determinazione dei prezzi sono fondate e giustificate dall’abnorme e intollerabile ripetersi del caro-biglietti, anche in occasione delle prossime festività di fine anno”. Il governatore siciliano ha aggiunto un ringraziamento al ministro alle imprese e al made in Italy Adolfo Urso: “Grazie alla nuova legge, fortemente voluta dal ministro Urso, che conferisce maggiori poteri di indagine all’Antitrust, si potrà finalmente fare chiarezza su un meccanismo che reputo penalizzante per i siciliani e per quanti vogliano raggiungere la nostra Isola e, soprattutto, sarà possibile imporre alle compagnie comportamenti più corretti. È quanto, come governo della Regione, abbiamo sempre auspicato”.

Anche i consumatori esultano. Ma l’Antitrust non dovrebbe, per loro, fermarsi solo al caro voli per le Isole. Per l’Unc, “l’indagine va allargata” perché se “è ovvio che nei voli per le isole vi possono essere maggiori abusi, considerato che ci sono posizioni dominanti, ma nell’esposto chiedevamo di indagare sugli algoritmi a 360 gradi. Va sempre considerata una pratica scorretta, infatti, quella di chi modifica il prezzo di vendita a seconda della profilazione web dell’utente”.


Torna alle notizie in home