Esteri

Biden, Xi e l’incubo terza guerra: che c’entra Gaza con il Dragone

di Ernesto Ferrante -


Scongiurare l’apertura di un terzo possibile fronte di tensione in un momento in cui sostanzialmente gli Usa, seppur indirettamente, sono coinvolti già in due guerre, in Ucraina e in Medio Oriente con il conflitto tra Israele e Hamas. Il faccia a faccia di oggi negli Stati Uniti, a margine del vertice Apec di San Francisco, tra il presidente americano Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping, serve indubbiamente di più a Washington, ma porta grandi vantaggi a Pechino. Biden e Xi non si vedono dal bilaterale a margine del G20 di Bali del novembre 2022. Sul tavolo il “patto sul Fentanyl”, la droga 50 volte più potente dell’eroina che, secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention, provoca la morte di oltre 150 persone al giorno per overdose, la ripresa delle comunicazioni tra i militari delle due superpotenze e le norme sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, nel tentativo di limitarne l’uso militare senza la supervisione umana. Non mancano tuttavia i punti di attrito, come la sfida per la “conquista della luna” e la strisciante battaglia sul versante della propaganda.
Sul fronte economico non c’è stato il decoupling (disaccoppiamento delle economie) e nemmeno il de-risking. La funzione più importante dell’incontro che terrà nella “San Francisco Bay Area”, è quella di evitare che le relazioni peggiorino ulteriormente.
I funzionari dell’Amministrazione a stelle e strisce hanno ribadito l’importanza di mantenere “aperte le linee di comunicazione” e di “gestire la competizione in modo responsabile”. In cima all’agenda dei due presidenti una serie di questioni globali, quella ucraina e mediorientale in primis.
Secondo le fonti, il presidente statunitense dovrebbe sottolineare al suo interlocutore il “desiderio che la Cina metta in chiaro nella sua relazione fiorente con l’Iran che è essenziale che l’Iran non cerchi l’escalation o la diffusione della violenza in Medio Oriente”. E che “rivolga l’avvertimento chiaro che se l’Iran intraprende azioni provocatrici in qualsiasi parte, gli Stati Uniti sono pronti a rispondere e rispondere in modo immediato”.
A destare preoccupazione sono le ambizioni militari del gigante asiatico e il “trattamento” riservato dal Dragone alle aziende straniere. I viaggi di questi mesi non hanno prodotto i frutti sperati. Sono stati in Cina il segretario di Stato Antony Blinken, il segretario al Tesoro Janet Yellen, l’inviato per il clima John Kerry, il centenario Henry Kissinger, il capo della Cia William Burns e il segretario al Commercio Gina Raimondo. Il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha incontrato di recente Wang Yi a Washington.
Gli americani, affermano di “non volere il conflitto, il confronto o una nuova Guerra Fredda”, convinti della necessità di una “intensa diplomazia per gestire le tensioni ed evitare” che tutto sfoci “in conflitto o scontro”.
Geopolitica ma anche contrasto del narcotraffico. Financial Times e Cnn danno per imminente un accordo con cui le autorità cinesi si impegnano ad un giro di vite non solo sulla produzione, ma anche sull’esportazione del potente oppiode sintetico che sta fruttando milioni di dollari ai cartelli criminali messicani.
Corsa anche per la Luna “moderna”. Arrivare per primi “sarebbe motivo di vanto per la Cina”, ha dichiarato in un’intervista Bill Nelson, amministratore della Nasa. “E’ nostra intenzione che ciò non accada”, ha proseguito Nelson.
Un nervo sempre scoperto è costituito dalla “disinformazione”. Il dipartimento di Stato americano ha recentemente denunciato il tentativo dell’apparato di potere cinese di orientare l’ambiente informativo mondiale e mettere a tacere le “voci critiche” con la campagna conosciuta come “Spamouflage” o “Dragonbridge”. Alla richiesta di un commento sui presunti legami con la massiccia operazione comunicativa, il portavoce dell’ambasciata cinese nella capitale statunitense, Liu Pengyu, ha negato con forza ogni addebito: “Le accuse degli Stati Uniti non hanno evidenze fattuali né base legale”.


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