Che Polonia sarà: viaggio a 105 anni dall’Indipendenza
Che Polonia sarà: viaggio a 105 anni dall’Indipendenza – di FRANCESCO NICOLA MARIA PETRICONE*
“Vogliamo ringraziare Dio per quanto accaduto 105 anni fa e chiedere che quanto accadrà domani possa meritare la gratitudine anche delle future generazioni di polacchi, affinché prevalgano la rettitudine e la verità”. Le parole dell’arcivescovo Metropolita di Cracovia, monsignor Marek Jędraszewski, echeggiano nella lunga e stretta cattedrale del Wawel. Iniziano così, con la Messa, le celebrazioni per l’anniversario dell’indipendenza polacca nella prima, storica capitale.
La bianca Polonia parte da qui, il luogo più simbolico. “In qualche modo, il Wawel racchiude tutta la storia della Polonia”, scrisse San Giovanni Paolo II che la conosceva bene. Dalla sua prima Messa, appena ordinato sacerdote, celebrata nella cripta di San Leonardo, all’ingresso solenne nella cattedrale l’8 marzo del 1964, nella domenica Laetare, per essere pubblicamente celebrato vescovo Metropolita di Cracovia. “La storia del paese e quella di Cracovia sono intrecciate da secoli e sono passate da questa cattedrale” ricorda Salvatore Esposito, per quasi quaranta anni all’Istituto italiano di cultura. Proprio qui, sul castello di Wawel, fu issata dal governatore nazista Hans Frank la svastica. E anni dopo, nel 1951, all’epoca di Stalin, si celebrarono le esequie del cardinale Sapieha, aristocratico polacco, il Principe intrepido. I comunisti non osavano toccarlo da vivo, intentando contro di lui il processo solo post mortem, dopo quello a tutta la Curia. Mentre a Varsavia 150.000 persone festeggiano l’anniversario, nell’antica capitale del regno di Polonia sfilano i rappresentanti di Forze Armate e società civile, a cominciare da Solidarnosc. “La prossima festa dell’indipendenza potrebbe vedere un cambiamento importante nella politica polacca” mi dice Stefan Bielanski, collega dell’Università di Educazione nazionale. Dopo le elezioni politiche del 15 ottobre infatti, lunedì Szymon Holownia, di Terza Via, ha battuto la candidata del PIS, il partito di Duda, finora al governo, divenendo il nuovo presidente del Sejm, la Camera bassa. E a suo favore ha votato anche Konfederecja, la destra nazionalista. Lo stesso è avvenuto al Senato, dove è stata eletta Malgorzata Kidawa-Blonska, di Piattaforma Civica, il partito di Tusk. Morawiecki ha comunque ricevuto due giorni fa l’incarico di formare il governo.
Ce la farà? Con l’economia ferma quest’anno allo 0,1 per cento, il nuovo esecutivo dovrà affrontare nuove e importanti sfide. Continuando sulla strada del sostegno all’Ucraina. Nei quasi due anni di aggressione russa al paese confinante, la Polonia si è fatta carico fin dall’inizio, in misura impressionante, dell’accoglienza dei rifugiati. Tanto che in università studenti polacchi e ucraini si affiancano regolarmente. “Sono grato per il rispetto mostrato a tutti gli ucraini ai quali i polacchi hanno dato rifugio e hanno aperto loro le loro case” ha ricordato il presidente Zelenskyy, in occasione del messaggio per l’anniversario dell’indipendenza del paese amico. “Una forte partnership tra le nostre nazioni, per sempre libere, rende noi e tutta la nostra Europa più forti e ogni volta che eravamo dalla stessa parte, abbiamo cambiato la storia in meglio e abbiamo vinto insieme”. Insieme, proprio come nel giorno dell’indipendenza. Perché nelle stesse ore in cui la Polonia ha celebrato il suo, l’11 novembre, dall’altra parte del confine, a Kherson, si è festeggiato il primo anno della liberazione dall’aggressore russo.
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- Ordinario di Sociologia dei fenomeni politici e giuridici, Università LUMSA. Consigliere per le politiche sociali del Presidente del Consiglio. Le opinioni espresse nell’articolo sono personali
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