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Padova “salva” i bimbi delle coppie omogenitoriali e si rivolge alla Consulta

di Redazione -

PRESIDIO GIU LE MANI DAI NOSTRI FIGLI ORGANIZZATO DA ARCIGAY FAMIGLIE ARCOBALENO ASSOCIAZIONE GENITORI OMOSESSUALI


La procura di Padova ha fatto un passo indietro e ha cambiato posizione in merito alla decisione che era stata presa, a partire dallo scorso marzo, in merito all’impugnazione per “illegittimità” gli atti di nascita di 33 bambini e bambine, figli di coppie omogenitoriali di due madri, registrati dal sindaco di Padova Sergio Giordani dal 2017 fino ad oggi.
La linea della procura prevedeva la cancellazione di una delle due mamme, e di conseguenza, togliendo uno dei genitori a quei 33 bambini, costringendo in alcuni casi particolari le famiglie a ricorrere alla procedura di adozione. Tuttavia, ieri la Procura ha chiesto al Tribunale di Padova di sollevare la questione di legittimità di fronte alla Corte costituzionale, aderendo quindi, alla questione di incostituzionalità, ritenendo opportuno che la Consulta torni a esaminare la questione di “illegittimità”.


Ora la palla passa al Tribunale di Padova , che dovrà decidere se sollevare la questione di legittimità, ovvero se chiedere alla Corte costituzionale di valutare se l’esclusione delle coppie di madri lesbiche e dei loro figli dalle norme che regolano l’accesso alla fecondazione assistita eterologa violi i loro diritti fondamentali. Si tratta, in particolare, della legge 40 che limita l’accesso alla fecondazione eterologa alle coppie eterosessuali e stabilisce che se un uomo dà il proprio consenso alla fecondazione assistita della moglie o compagna con il seme di un donatore, questo consenso lo rende irreversibilmente il padre del bambino che nascerà, anche se non ha legami genetici con lui.

Legge che gli avvocati di alcune delle famiglie omogenitoriali avevano chiesto di applicare anche alle coppie di donne, per poter permettere di acconsentire all’uso da parte della moglie o compagna del seme di un donatore, elemento che rende co-genitori del bambino che nascerà. Intanto, quello che è successo a Padova è un passo in avanti. Già il fatto che la Procura ha cambiato posizione sull’impugnazione è una svolta importante che sembra essere in linea con la battaglia portata avanti dalle mamme arcobaleno, per ore raccolte al sit-in di fronte al tribunale. E non solo: anche il Comune di Padova in questi mesi ha proseguito a registrare i figli di coppie omogenitoriali, nonostante l’impugnazione degli atti, con l’ultimo caso risalente a poco più di un mese fa. Non si tratta di un cambiamento epocale, ma di una rinnovata attenzione nei confronti delle famiglie omogenitoriali.


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