Economia

Manovra, Giorgetti: “Abbiamo fatto il possibile”

di Giovanni Vasso -

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO


Sulla manovra, il governo ha “fatto il possibile”: lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Che, come uno studente alla vigilia di un esame impossibile, si sente a posto con la coscienza e si affida a quel che accadrà. L’Italia ha fatto i “compiti”, per rispolverare una vecchia e mai digerita metafora. Adesso tocca a Moody’s scegliere se promuoverci, o quantomeno confermarci tra i “bravi” oppure se scagliarci nell’elenco dei “cattivi” che invadono il mercato di titoli spazzatura.

In audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, Giorgetti ha affermato che la manovra è stata predisposta “in un frangente estremamente complicato” caratterizzato dalle incertezze in Medioriente che si aggiungono a contesto geo politico già difficile. Il governo, secondo il titolare del Mef, “ha dovuto trovare una sintesi” ed è stato “un lavoro niente affatto facile, ma ritengo sia stato fatto il meglio possibile per rispondere alle esigenze immediate e per «gettare le basi del programma di legislatura”. Il principale interlocutore economico e finanziario di un governo, di ogni esecutivo, non ha volto. Ma numeri, cifre, dati, percentuali e investimenti, insomma sono i mercati. Gli stessi che fuggirebbero a gambe levate dall’Italia qualora Moody’s, venerdì, dovesse esprimersi con il pollice verso nei confronti della sostenibilità e delle prospettive economiche del nostro Paese. “Gli oneri del debito sono condizionati anche dal merito di credito del nostro Paese, che a sua volta è legato alla capacità di crescita della nostra economia e all’adozione di politiche sostenibili e responsabili. Su questo abbiamo dato un segnale preciso, che gli investitori sembrano aver apprezzato”, ha detto Giorgetti. Che, a proposito, ha aggiunto: “Il disavanzo pubblico è infatti previsto scendere al di sotto della soglia del 3 per cento entro il 2026, per rispettare non solo i vincoli europei, ma anche per realizzare il necessario consolidamento dello stock del debito”. La partita, quindi, non si decide solo in Italia ma si giocherà direttamente a Bruxelles.

E, a tal proposito, Giorgetti sottolinea come la manovra licenziata dal governo sia perfettamente “conforme alle raccomandazioni ricevute dalla Commissione per il 2024. E ha spiegato: “In primo luogo l’insieme delle misure garantisce che nel 2024 si consegua sia un tasso di crescita annuo della spesa primaria netta inferiore alla soglia raccomandata dell’1,3 per cento, sia un miglioramento annuo del saldo di bilancio strutturale dell’1,1 per cento in termini di Pil”. Ma non è tutto: “In secondo luogo si procede ad una graduale e mirata rimozione delle misure di sostegno a compensazione dei maggiori costi energetici, che contribuisce al miglioramento del deficit previsto per il prossimo anno. In terzo luogo, la strategia di politica di bilancio mira a garantire la sostenibilità del debito pubblico, attraverso miglioramenti significativi del saldo primario strutturale nei prossimi tre anni. Il rapporto debito/PIL si conferma su un profilo decrescente, fino a un livello del 139,6 per cento nel 2026”. Infine ha concluso: “Quanto agli andamenti di medio termine, siamo pienamente impegnati a realizzare l’aggiustamento di bilancio necessario per rendere la riduzione del debito sostenibile e resiliente agli shock negativi”.


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