LA GHIGLIOTTINA – L’inverno arriva in ritardo? Beh, le Olimpiadi si adeguano
Non tutti i cambiamenti climatici vengono per nuocere, anzi. Con buona pace di Greta Thunberg e di tutti gli ecoattivisti, che noi amorevolmente chiamiamo “gretini”, l’inverno in ritardo fa giuoco al Coni, in altrettanto ritardo. A confermarlo è lo stesso presidente del Comitato olimpico Giovanni Malagò, che minimizza sui lavori per Milano-Cortina 2026. “Nella parte strutturale, impiantistica, andiamo lunghi”, ammette a proposito dei prossimi Giochi invernali. “Siamo stati a lungo in grande ritardo per tutta una serie di motivi. Tra Covid e guerre ci siamo mangiati quasi tre anni anni di preparazione. Abbiamo molto recuperato, arriveremo in tempo”, assicura Malagò. Che rilancia: “Sarà un’Olimpiade straordinaria. Noi non costruiamo le opere, in questo momento facciamo fatica nella parte strutturale e impiantistica, non esiste impianto pubblico fatto dopo il 1960, ci sarà un motivo. Purtroppo siamo quasi obbligati a passare dal grande evento per avere la motivazione di realizzare un impianto”.
Se il Coni è in ritardo come l’inverno
Sempre sul fronte degli impianti sportivi pubblici, il numero uno del Coni spiega che “su Milano-Cortina il 91 per cento erano già previsti, uno solo che non c’era ed è la pietra della discordia – sta parlando della pista di bob – gli altri sono stati adattati”. Non gli resta che sperare che l’inverno arriverà sempre più in ritardo.
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