Economia

Le agenzie di rating promuovono Tim dopo la vendita della rete a Kkr. E il Ceo Labriola compra 200mila azioni

di Giovanni Vasso -

Pietro Labriola, ad e dg Tim


La cessione della rete fa bene a Tim: le agenzie di rating promuovono la decisione assunta dal consiglio d’amministrazione e premiano la società. Moody’s ha annunciato di essere pronta a procedere a una revisione del rating. Dopo la cessione della rete a Kkr, Tim potrebbe passare a un livello superiore di rating. L’offerta, stando agli analisti dell’agenzia americana, “valorizza Netco per un enterprise value di 18,8 miliardi di euro, ma tale cifra potrebbe essere incrementata fino a 22 miliardi di euro considerando possibili upside legati ad Earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni”. Pertanto, con questi introiti in arrivo, l’attuale rating B1 potrebbe presto essere migliorato.

Standard & Poor’s potrebbe addirittura fare di meglio. E far fare due scatti alla valutazione di Tim. Ora il rating, dopo l’offerta vincolante è stato posto sotto l’elenco dei “positivi” nel CreditWatch. La previsione è che la valutazione sulla società di telecomunicazioni potrebbe subire un salto di due notch. La stessa agenzia ha ritenuto di prendere l’ipotesi in considerazione “a seguito dell’operazione” che consentirà a Tim di ridurre “le dimensioni e la scala delle sue operazioni, il che peserà sulla nostra valutazione del profilo di rischio aziendale”. S&P ammette: “Tuttavia, Tim utilizzerà una parte significativa dei proventi per ridurre la leva finanziaria. La struttura di capitale a cui Tim mirerà dopo l’operazione probabilmente compenserà la valutazione del profilo di rischio aziendale più debole. Abbiamo pertanto posto tutti i nostri rating su Tim, compreso il nostro rating emittente a lungo termine ’B+’, in CreditWatch con implicazioni positive”.
Il posizionamento positivo nel CreditWatch, sottolinea S&P, “riflette la possibilità di alzare il nostro rating di credito emittente a lungo termine su Tim fino a due notch se l’operazione si chiuderà in linea con le nostre aspettative, cosa che il management prevede avverrà nell’estate 2024. La risoluzione del CreditWatch dipende dall’utilizzo dei proventi della cessione di NetCo e dalla futura performance operativa di Tim”.

Dal momento che non c’è due senza tre, ecco che arriva l’apprezzamento anche da Fitch. Che, a sua volta, ha deciso di mettere l’attuale rating sotto valutazione ma “con implicazioni positive”. Per Fitch, l’operazione sulla rete con Kkr “riflette le aspettative di Fitch di un rischio finanziario significativamente inferiore per Tim dopo il completamento della cessione e del rimborso del debito”. Ma non è tutto: “Ci aspettiamo che il beneficio del significativo deleveraging annunciato possa compensare l’indebolimento del profilo di business di Tim dopo la cessione di NetCo. La combinazione di questi fattori porterà probabilmente a un upgrade fino a BB+ che avverrà dopo il completamento della cessione e il pagamento anticipato del debito secondo i piani”.

Il Ceo Pietro Labriola può gonfiare il petto d’orgoglio e, intervistato da Milano Finanza, spiega: “Le decisioni di S&P, Moody’s e Fitch rappresentano un ulteriore segnale importante sulla bontà della strada che abbiamo intrapreso. Siamo fiduciosi infatti che, nel medio termine, continueremo a migliorare il nostro profilo di credito: dopo la vendita della rete fissa, che porterà a una riduzione del debito di almeno 14 miliardi di euro, contiamo di migliorare ulteriormente la nostra esposizione grazie alla crescita che ci attendiamo per la generazione di cassa, destinata a raddoppiare in quattro anni”. Ma sono i fatti, più delle parole, a confermare che Labriola ci crede davvero. Stando a quanto riporta l’internal dealing, venerdì scorso, il Ceo ha acquistato uno stock da 200mila azioni di Tim al prezzo di 0,25 cent l’una.


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