Economia

Tim, il week end decisivo tra KKR e Merlyn

di Giovanni Vasso -


Sarà un fine settimana ad alta tensione per Tim: due consigli d’amministrazione sono stati convocati tra oggi e domani, sul piatto c’è l’offerta di KKR per Sparkle. Su cui si dovrà decidere: se accettarla e cedere così le reti agli americani oppure se chiedere e ottenere una nuova proroga. Ma la vicenda è ben lungi dall’essere risolta. Perché mentre Vivendi tiene ancora il più stretto riserbo sulle sue decisioni, il fondo Merlyn non si arrende e anzi rilancia, chiedendo un incontro chiarificatore al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La decisione è attesa, dunque, in questo fine settimana che sarà decisivo per Tim. Un’eventuale proroga, con ogni probabilità, non sarà a costo zero per la società di Tlc. È vero che KKR ha dato l’opportunità al Cda Tim di chiedere un’ulteriore estensione fino al 20 dicembre prossimo. Ma è altrettanto vero che andare oltre il termine dell’8 novembre, entro cui il Cda dovrà esprimersi sull’offerta americana per Sparkle, potrebbe costare a Tim qualcosa come venti milioni. Spiccioli se si considera che sul piatto KKR ha messo ventuno miliardi. Ma mentre i consiglieri di Tim stanno per riunirsi, arriva la controproposta di Merlyn, il fondo vicino ad Alessandro Barnaba che propone un piano, TimValue, che “supera” KKR e propone, tra le altre cose, Stefano Siragusa alla guida della società al posto dell’attuale ad Pietro Labriola.

Una nota di Barnaba fa chiarezza sulle intenzioni di Merlyn: “A seguito dei recenti avvenimenti relativi agli assetti azionari del gruppo Tim, nel corso degli ultimi mesi, Merlyn ha lavorato in collaborazione con l’ingegnere Stefano Siragusa a un piano industriale di rilancio che riteniamo possa massimizzare il valore per tutti gli stakeholder della Società. Il piano alternativo redatto è allineato alla visione del Governo e massimizza il valore per tutti gli azionisti e stakeholder del gruppo salvaguardando l’occupazione, l’esecuzione del Pnrr e gli interessi del Paese e dell’agenda digitale. Questa partnership e il relativo piano industriale costituiscono l’iniziativa chiamata TIMValue che condivide pienamente la visione del Governo italiano e ritiene che sin dall’inizio, 100 anni fa, e lungo tutta la sua storia, la rete di Tim sia stata intrinsecamente italiana e debba rimanere tale anche in futuro”. Ma non è tutto, perché Barnaba si rivolge direttamente a Giancarlo Giorgetti: “Abbiamo inviato tale piano al Consiglio di Amministrazione di Tim e pubblicamente manifestato la disponibilità al dialogo con tutti gli azionisti e i soggetti istituzionali coinvolti per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale dell’azienda. È per tale motivo – è la richiesta di Barnaba – che avremmo piacere di incontrarla per poterle raccontare questo piano e, se permette, questo sogno di italiani che vogliono solo permettere a Tim, alla vecchia Telecom forse figlia di una privatizzazione affrettata, di tornare in possesso del proprio futuro”. Le speranze, però, sono ridotte al lumicino.

Da parte sua, intanto, Giorgetti aspetta e spera. Il ministro, a latere di un evento a Pavia, ha risposto con tre parole a chi gli chiedeva di Tim: “Aspettiamo e vediamo”.


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