Sinner vince a Vienna mentre i grandi si riposano
Jannick Sinner trionfa al Master 500 di Vienna ma deve ancora dimostrare la grandezza rispetto ai giganti del tennis
di RAPHAEL D’ABDON
La batosta rimediata al primo turno da Carlito Alcaraz, presentatosi a Parigi in bermuda e toscanello e umiliato dal mediocre Safiullin, ha confermato quanto sostenuto in precedenti occasioni, ovvero che le settimane che vanno dalla fine degli US Open all’inizio delle ATP Finals sono il periodo morto del calendario tennistico. Oltre al Master 1000 parigino attualmente in corso, in queste settimane si sono giocati quattro tornei minori, i 500 di Pechino, Tokyo, Vienna e Basilea e un solo torneo di rilievo, il Master 1000 di Shangai. I primi della classe, Djokovic, Alcaraz e Medvedev, hanno da tempo raggiunto i loro obiettivi stagionali e stanno tirando i remi in barca, visto che la loro priorità è non infortunarsi in vista delle ATP Finals, ultimo appuntamento di spessore dell’anno. Chi è riuscito ad approfittare del rilassamento dei grandi è stato il nostro Jannik Sinner il quale, pur avendo fatto cilecca a Shangai (sconfitta con Shelton), è riuscito ad alzare la coppa a Pechino e a Vienna, guadagnando in un sol colpo il suo best ranking (4) e la certezza di partecipare alle ATP Finals. Oltre all’altoatesino, anche Rublev ha già staccato il biglietto per Torino, mentre dietro di loro continua a sbracciarsi un gruppetto di giocatori che si contende gli ultimi tre posti disponibili: Fritz, ritiratosi per infortunio, è di fatto tagliato fuori dai giochi; Rune sta giocando da campione in carica, ma da mesi non sta buttando una palla in campo; le possibilità di vederlo ripetere l’impresa dell’anno scorso sono pressoché nulle, anche perché ad attenderlo ai quarti troverà con ogni probabilità il GOAT Djokovic. Speranze scarsissime di vittoria anche per Ruud, Paul e de Minaur, che hanno fallito anche in questi ultimi tornei, perdendo l’occasione di raddrizzare una stagione storta. In pole position nella Race For Turin troviamo quindi Tsitsipas, Zverev e Hurkacz, che si trovano dalla stessa parte del tabellone, presidiata da Medvedev. Strada in salita per greco, che è in panne da mesi e che dovrà vedersela prima con Auger-Aliassime, fresco vincitore di Basilea, ed eventualmente, se il tedesco dovesse battere Humbert, con lo stesso Zverev. Chi uscirà da quel lato del tabellone potrà approfittare del vuoto creato da Alcaraz, per cui uno scontro tra Tsitsipas e Zverev risulterebbe decisivo per entrambi. In ogni caso, il più in forma dei tre candidati è certamente Hurkacz, che ha vinto e convinto a Shangai (secondo Master 1000 della carriera) e raggiunto la finale a Basilea. Non resta che attendere i verdetti del campo, anche se pare già evidente fin da oggi che a Torino vedremo all’opera quattro giocatori di livello superiore (Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner) e quattro comparse desinate a fare da sparring partner.
L’attesa per il Gucci Kid è spasmodica. In Italia si sta facendo giustamente baldoria per i due recenti titoli e per i progressi realizzati in termini di classifica e credibilità ai massimi livelli. Ma si sa, in mezzo ai bagordi c’è chi riesce a gestire l’euforia e chi invece sbarella e fa o dice cose di cui pentirsi una volta riacquistata la lucidità. Alla seconda categoria appartiene, ahimè, Corrado Barazzutti, fuoriclasse indimenticato, grandissimo ex-capitano di Davis e leggenda dello sport italiano e friulano. “In questo momento Sinner è il più forte tennista del mondo”, si è lasciato scappare il buon Corrado all’indomani della vittoria del Prescelto a Vienna. Mentre le agenzie rilanciavano questa dichiarazione che è già entrata a far parte della storia della commedia italiana, il signor Novak Djokovic era a Parigi insieme alla divina Rita Ora a godersi la finale dei mondiali di rugby tra gli Springboks e gli All Blacks. Gira voce che, raggiunto dalla notizia, abbia sorriso e abbia subito mandato un messaggio in friulano al collega: “El vin al è latt da puars vecios. Mandi Corrado, e mole il bevi”.Traduzione: “Il vino è il latte dei poveri vecchi. Ciao Corrado, e molla il fiasco”. Da udinese mi spiace ma, a malincuore, mi vedo costretto a condividere l’appello del serbo.
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