Esteri

Netanyahu non arretra: “Tempo di guerra”

di Giovanni Vasso -


Netanyahu non arretra di un centimetro: “Tempo di guerra”. Il premier israeliano ha ricordato agli Stati Uniti che non avrebbero mai accettato un cessate il fuoco dopo il bombardamento di Pearl Harbour oppure all’indomani della tragedia dell’11 settembre. Così Israele “non accetterà” la cessazione delle ostilità con Hamas dopo gli attacchi del 7 ottobre.

Durante un briefing, come riporta il Guardian, Netanyahu ha sottolineato la necessità della guerra: “E’ tempo di decidere se siamo disposti a lottare per un futuro di speranza e promessa o arrendersi alla tirannia e al terrore. Israele – ha proseguito Bibi – non ha iniziato questa guerra ma la vincerà, resisteremo alla barbarie fino alla vittoria”. Il premier ha inoltre ribadito che l’impegno è tutto diretto a liberare gli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Che secondo Netanyahu, “non rilascerà gli ostaggi a meno che non venga posta sotto pressione”. Insomma, l’offensiva di terra servirà “a creare effettivamente la possibilità” per la liberazione degli ostaggi. “Ci siamo impegnati a riportare a casa tutti gli ostaggi – ha affermato il premier israeliano -, pensiamo che questo metodo abbia una possibilità”.

Ma una delle priorità riguarda i civili. Nessuno di loro deve morire, secondo Netanyahu che ha sottolineato come ci sia “una zona sicura” nel sud della Striscia di Gaza ribadendo l’impegno delle forze armate di Israele “per evitare vittime civili”. Per questo il governo di Gerusalemme si è impegnato a garantire “luoghi sicuri” e “sostegno umanitario”. Ma viveri e medicinali se finiranno nelle mani di Hamas saranno bloccati. “Le spedizioni sono destinate alla popolazione civile – ha fatto sapere l’ufficio del premier – , i servizi di sicurezza israeliani stanno controllando e ispezionando tutte le consegne” che arrivano dall’Egitto. Intanto la notte è passata con una nuova raffica di attacchi che ha interessato tutta l’area della Striscia di Gaza.

Intanto si è alzata la voce dell’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour che, parlando alla riunione d’emergenza del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha tuonato: “Gaza è l’inferno in terra, salvare l’umanità dall’inferno oggi significa per l’Onu salvare i palestinesi a Gaza”. Mansour ha poi aggiunto: “Virtualmente tutta la nostra gente nella Striscia è senza casa, sfollata, non sono al sicuro in nessun posto”. E ha rincarato la dose: “Quanti altri giorni aspetterete per dire basta, per riconoscere che è una guerra contro i nostri bambini mentre voi ve ne state ancora paralizzati? L’assemblea generale – ha concluso l’ambasciatore – ha chiesto una tregua umanitaria e deve essere concessa subito”.


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