PIATTORICCO: l’Osteria dei Cappellari
PIATTORICCO: l’Osteria dei Cappellari
di EDOARDO SIRIGNANO
Le ottobrate romane sono famose per le passeggiate in centro. Dopo aver macinato qualche chilometro, la pausa, però, è obbligatoria. Ecco perché insieme ad Arianna, dopo il classico tour autunnale tra i beni Fai, scegliamo di fermarci dall’Osteria dei Cappellari, dove è ancora possibile, e non è scontato, degustare le speciali prelibatezze della cucina romana. Stiamo parlando, dunque, di qualcosa di completamente diverso dai localetti nati per spellare l’americano in vacanza. L’arredamento semplice e allo stesso tempo ricercato, crea un’atmosfera familiare, ma non troppo. Particolari le bombette e i cilindri che scendono dal soffitto in onore della via che ospita il ristorante.
Passando alle cose serie, decidiamo di iniziare con un po’ di panzanella e due fiori di zucca con alici. Andiamo, poi, direttamente ai primi. Arianna opta per gli insostituibili pici all’amatriciana, mentre io scelgo i paccheri “Felicetti” alla carbonara. Non volendoci appesantire troppo, avendo come obiettivo una visita all’ultima mostra su Calvino, saltiamo i secondi. Dall’aspetto, però, la coratella con carciofi e le polpette al pomodoro non sembrano niente male. Per concludere l’immancabile tiramisù. Detto ciò, ci spiega uno dei 4 amici che ha fondato il noto angolo del buon gusto, ci sono alternative anche per chi non ama le carni o per chi non può mangiare il glutine. Insomma, una sosta obbligatoria per chi ama le tradizioni, a prezzo abbordabile e senza troppe rivisitazioni.
Nella prossima puntata di Piattoricco, invece, vi parleremo dei tipici taralli al vincotto della provincia di Avellino…
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