Eni, Descalzi: “Raggiunti eccellenti risultati operativi e finanziari”
La lunga marcia del Cane a Sei Zampe, l’Eni di Claudio Descalzi presenta i risultati del terzo trimestre e sbandiera risultati storici che premiano la “strategia di trasformazione” che ha consentito al colosso energetico di San Donato Milanese di conseguire “eccellenti risultati operativi e finanziari”. Un’azienda sana, solida ma, soprattutto, proiettata nel futuro. E impegnata a lavorare per garantire i rifornimenti energetici in un periodo costellato di guerre, tensioni geopolitiche e scontri internazionali.
Innanzitutto i numeri. L’utile netto è a 1,9 miliardi in calo rispetto al 2022 e ai primi nove mesi dell’anno. Pesa il crollo dei prezzi degli idrocarburi che, un anno fa, avevano raggiunto prezzi inavvicinabili, quelli che hanno scatenato la crisi energetica che ha quasi messo in ginocchio le economie europee. Ma non è tutto. Includendo il contributo delle società all’equity, fanno sapere da Eni, “l’utile operativo proforma adjusted del terzo trimestre 2023 ammonta a 3,4 mld. Il risultato operativo adjusted dei nove mesi 2023 è stato di 7,5 mld (rispetto ai 13,5 mld dei nove mesi 2022). La produzione del trimestre è aumentata del 4% rispetto al terzo trimestre 2022, a 1,64 mln”.
Per l’amministratore delegato Claudio Descalzi, Eni corre e continuerà a farlo: “Nel terzo trimestre ’23 abbiamo compiuto importanti progressi nella attuazione della nostra strategia di trasformazione e, ancora una volta, abbiamo conseguito eccellenti risultati operativi e finanziari. Nella E&P – ha aggiunto – stiamo accelerando i piani di sviluppo del gas equity e della produzione di Gnl, leva fondamentale per assicurare forniture energetiche affidabili e al tempo stesso per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione”. Descalzi sottolinea che “la straordinaria scoperta di Geng North-1, a oggi la più importante dell’anno a livello di intera industria, il prossimo completamento dell’acquisizione di Neptune e l’acquisto delle attività di Chevron in Indonesia ci mettono nella condizione favorevole di poter accedere a un enorme volume di risorse nell’offshore del bacino di Kutei”. E ancora: “Abbiamo avviato in meno di due anni dalla scoperta, la produzione del super giacimento Baleine nell’offshore della Costa d’Avorio, a conferma della validità del nostro modello di sviluppo basato su tempi rapidi di esecuzione e accrescimento di valore; un progetto in grado di coniugare gli obiettivi di sicurezza energetica, garantendo le necessarie fonti tradizionali, con la decarbonizzazione delle operazioni rappresentando il primo progetto a zero emissioni nette dell’Africa (ambiti 1 e 2). GGP ha incrementato in modo sostanziale il portafoglio di Gnl contrattualizzato grazie a tre nuovi accordi di lungo termine in Congo, Qatar e Indonesia per un volume totale a regime di 6,5 mld mc/anno”.
Ma non basta perché Eni è anche sostenibilità e rinnovabili. Si comincia con Plenitude: “I settori della transizione energetica – sottolinea l’ad – stanno crescendo in maniera rapida. Enilive ( Eni Sustainable Mobility) ha completato l’operazione relativa alla joint venture della bioraffineria di Chalmette negli USA e sta valutando altri progetti internazionali di espansione nei biocarburanti facendo leva sulle nostre tecnologie e competenze distintive. Plenitude è prossima a traguardare i 3 GW pianificati di capacità rinnovabile installata entro fine anno, come pure gli obiettivi reddituali”. Ma la strategia è ramificata: “Il perfezionamento dell’acquisizione di Novamont rafforzerà la trasformazione di Versalis in chiave chimica verde. A tutto questo, si aggiunge – spiega ancora Descalzi – il consolidamento del nostro portafoglio di soluzioni CCS, tra i migliori del settore, grazie all’assegnazione della licenza di stoccaggio di Hewett nel Regno Unito e a importanti progressi tecnici e regolatori”.
Tornando ai numeri, il Ceo Eni Descalzi annuncia: “In un contesto di mercato ancora molto volatile, l’Ebit proforma adjusted comprensivo dei risultati in quota Eni delle nostre Joint Ventures e collegate ha raggiunto euro4 mld per effetto della crescita sequenziale dei risultati di E&P, Raffinazione e attività retail. Il flusso di cassa operativo di euro3,4 mld si traduce in un flusso di cassa discrezionale, free cash flow, di circa euro1,5 mld una volta finanziati investimenti organici pari a euro1,9 mld. Sia l’utile operativo sia la generazione di cassa – evidenzia l’ad – si collocano in vetta alla serie storica di risultati trimestrali. Il free cash flow discrezionale cumulato fino a oggi di circa euro6,2 mld supera ampiamente la prevista remunerazione degli azionisti per il 2023 compreso il riacquisto di azioni, contribuendo in tal modo a migliorare la flessibilità finanziaria e gli indici di solidità patrimoniale con un rapporto di leva stabile a 0,15”.
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