Fusaro: “L’Occidente non ha anticorpi efficaci. Sbaglia pure il Papa”
DIEGO FUSARO SAGGISTA
Fusaro: “L’Occidente non ha anticorpi efficaci. Sbaglia pure il Papa”
di EDOARDO SIRIGNANO
“L’Occidente non ha anticorpi efficaci. Sbaglia pure il Papa”. A dirlo il filosofo Diego Fusaro, autore di “Demofobia – Destra e Sinistra: la finta alternanza di schiacciare il popolo”.
Zelensky sembra essere un lontano ricordo. Perché?
Non è priorità per il mediaticamente corretto. Zelensky ha occupato la scena dal 2022 fino a pochi mesi fa. I riflettori, adesso, sono sulla Palestina, con grande sofferenza del premier ucraino, uomo mediatico per eccellenza. L’attore nato, dunque, cerca di catturare l’attenzione, promettendo addirittura sostegno a Israele.
Quale significato assume la sua visita?
Netanyahu, però, non ha bisogno di armi…
Israele è armato fino ai denti. Sul piano militare non è secondo a nessuno. Avendo da sempre un rapporto privilegiato con Washington, poi, non deve chiedere aiuto. Il vero mistero è come sia accaduto il discusso rave. L’esercito più addestrato e la migliore intelligence non sono riusciti a prevedere nulla? Sembrava una moderna Pearl Harbor, quasi come se lo scontro dovesse partire a tutti i costi.
Perché, intanto, si temporeggia su Gaza?
È in atto un massacro, pure se l’Occidente non si indigna davanti a migliaia di morti. Gaza, da sempre, è una prigione a cielo aperto. I diritti dei palestinesi non sono mai esistiti e adesso subiscono una rappresaglia, equivalente a un’invasione. Non dimentichiamo, poi, il raid di qualche giorno fa sulla Siria, paese sovrano e autonomo. Il diritto di Israele alla difesa trapassa ogni cosa.
Anche se l’Iran entra nel conflitto?
In quel caso saremo di fronte a una guerra mondiale, da cui è difficile tornare indietro.
Cosa vogliono gli Usa da tutta questa situazione?
Si stanno muovendo in modo maldestro, soffiando sul fuoco e propiziando un conflitto alle porte, se non già dentro casa. Anche in Palestina si sono riproposti gli stessi fronti visti in Ucraina.
Quale la principale colpa dell’Occidente?
L’imperialismo, la tendenza per la quale si vuole imporre un unico modello di produzione e consumo. L’Occidente non è in grado di rapportarsi all’alterità. Ha non poche colpe sia sul fronte ucraino, dove ha occupato gli spazi post-sovietici, sia nel Medio Oriente, dove permette a Israele di fare ciò che vuole, compresa la violenza ai danni dei palestinesi.
Qualcuno dice che si tratta di un tentativo per difendersi dall’islamizzazione. È d’accordo?
L’Islam, a differenza del cristianesimo, resiste alla globalizzazione neoliberale e nichilista. In molti casi va a coprire il vuoto lasciato da Roma. Molte persone si convertono a questa religione perché trovano in essa la fede nella trascendenza, nel sacro, nella non mercificazione integrale del mondo. Tutto quello che era prima il cristianesimo e ora non lo è più, con Bergoglio meno che mai.
Possiamo parlare di nuova guerra santa?
Presuppone che ci siano due religioni. L’Occidente, invece, è totalmente ateo e nichilistico, anzi combatte le varie fedi. Non a caso in Russia se la prende con gli ortodossi, mentre nel Medio Oriente con i musulmani.
A proposito di Oriente, la Cina che ruolo svolge?
È l’unico ostacolo alla mondializzazione americanocentrica. La Cina non si è mai piegata, nemmeno al cospetto di tentativi di rivoluzioni colorate come piazza Tienanmen. È sempre riuscita a non farsi assorbire dal modello occidentale capitalistico. Il vero obiettivo degli Usa è portare Pechino nel conflitto.
Si riferisce a Taiwan?
Viene utilizzata dall’America come polveriera. Spero che Xi Jinping non cada nel tranello.
La diplomazia dei Brics volta le spalle a quella statunitense. È un segnale?
La globalizzazione, che sembrava un processo irreversibile, inizia a mostrare le sue crepe. Ci sono Paesi e non mi riferisco solo a Cina e Russia, che non vogliono piegarsi al dominio americano. Anche se diversi per cultura, visione del mondo, fanno fronte comune contro l’imperialismo di Washington. Si stanno ricostruendo, per certi versi, quei blocchi antagonisti che sembravano scomparsi dopo il 1989.
Il dibattito sulle armi a Kiev, nel frattempo, dove è finito?
È congelato. L’ordine dominante è tutto con Israele. Chi sta con la Palestina viene silenziato, diffamato o definito antisemita. La cattiva fede è arrivata allo stato massimo.
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