Israele: “Rinviata l’operazione di terra a Gaza”. Tre ministri di Netanyahu valutano le dimissioni
gaza e gerusalemme
Israele avrebbe deciso di “ritardare” l’operazione di terra a Gaza in attesa dell’arrivo di altre forze Usa nella regione. Lo ha riferito la radio militare israeliana secondo cui “gli Usa hanno fatto sapere a Israele la loro intenzione di schierare altre forze in Medio Oriente in vista dell’operazione di terra a causa delle minacce dell’Iran di agire su vari fronti”.
La Radio militare ha detto che questa non è l’unica ragione del rinvio dell’operazione di terra a Gaza, ma che ce ne sono anche altre, tra cui la presenza nel nord della Striscia di Gaza di 350mila civili palestinesi.
Rinviata operazione di terra a Gaza. Tre ministri israeliani valutano le dimissioni in polemica con Netanyahu
Tre ministri del governo israeliano stanno valutando di dimettersi in polemica con il primo ministro Benjamin Netanyahu, ritenendolo responsabile per l’attacco sferrato da Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre. Lo scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth, che ha pubblicato un sondaggio secondo il quale il 75 per cento degli israeliani ritiene che Netanyahu sia responsabile della mancata protezione delle comunità del sud di Israele al confine con la Striscia di Gaza.
Israele-Hamas: ipotesi liberazione ostaggi. Nuovi aiuti dal valico di Rafah
Intanto sembrerebbe sbloccarsi in parte la questione ostaggi: secondo il New York Times, infatti, “Hamas potrebbe liberare 50 ostaggi con doppia nazionalità”. “Un alto funzionario militare israeliano ha affermato che, sulla base dei colloqui tra gli Stati Uniti e il Qatar, Hamas potrebbe eventualmente rilasciare circa 50 cittadini con doppia nazionalità, indipendentemente da qualsiasi accordo più ampio”.
Nel frattempo, nelle ultime ore un nuovo convoglio di camion carichi di aiuti è entrato a Gaza dal valico di Rafah, dopo i primi ingressi dello scorso sabato. Il numero di camion entrati in queste ore nella Striscia dal varco di Rafah è simile a quello degli scorsi due giorni, quando erano transitati tra i 15 e i 20 camion, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters. Secondo le Nazioni Unite sarebbero necessari circa 100 camion al giorno per soddisfare i bisogni essenziali dei 2,3 milioni di persone che vivono nell’enclave dove le scorte di cibo, acqua e carburante si stanno esaurendo.
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