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Canada, la cannabis legale è un mercato in perdita. Ecco perché

di Martina Melli -


Il Canada è uno dei pochi Paesi al mondo ad aver legalizzato la cannabis a scopo ricreativo. A cinque anni dalla legalizzazione della marijuana però, l’industria nel Paese lotta per sopravvivere. Aurora Cannabis, produttore di cannabis tra i più grandi del Canada, ha annunciato ad agosto che diversificherà la sua offerta e inizierà a vendere orchidee. Nello stesso mese, un’altra società, Canopy Growth, ha venduto la sede multimilionaria dell’Ontario acquistata nel 2017 al suo proprietario originale, il produttore di caramelle Hershey Canada.

Parte del problema, dicono esperti e leader del settore, è l’eccessiva regolamentazione del farmaco mentre il Paese tenta di mantenere una linea attenta tra salute pubblica e costruzione di una solida industria della cannabis. Secondo altri invece è semplicemente una questione di offerta che supera di gran lunga la domanda.

Quando il Canada ha approvato il suo storico Cannabis Act nel 2018, uno dei principali obiettivi era allontanare i fumatori di marijuana dal mercato illegale verso uno legale e regolamentato. L’idea era proprio tenere la droga lontana dai minori e limitare il flusso di denaro nel traffico illegale. C’era anche un’importante questione economica: erano tutti sicuri che l’economia del Paese ne avrebbe giovato.

In un certo senso, questa equazione economica è vera: il mercato ricreativo interno del Canada vale miliardi e i canadesi hanno accesso a un prodotto legale e regolamentato in qualsiasi parte del Paese. Ma stando alle cifre, hanno anche perso più di 131 miliardi di dollari canadesi investendo in attività legate alla cannabis.

All’inizio, molti negozi non riuscivano a tenere il passo con la domanda. Ciò ha spinto i coltivatori a produrre troppo prodotto, il che ha portato a un surplus e ad un eventuale ridimensionamento. Non solo. Il raggruppamento di negozi nelle stesse aree ha portato a un abbassamento dei prezzi e ulteriori incentivi per battere la concorrenza. Nel 2023, in tutto il Paese, ci sono circa 3.600 negozi di cannabis al dettaglio autorizzati e 970 produttori autorizzati.

Alcuni puntano anche il dito contro un’eccessiva regolamentazione del settore: la cannabis è di fatto ancora una sostanza controllata. Per legge, infatti, le aziende produttrici non possono pubblicizzare i propri prodotti o costruire un marchio riconoscibile come altre aziende di altri settori. Basti pensare che i punti vendita hanno le finestre oscurate e il prodotto viene venduto in confezioni approvate dal governo. I produttori poi hanno poco margine di trarre profitto  fuori dai confini del Paese. Il Canada è l’unico stato con un quadro legale federale sulla cannabis al di fuori dell’Uruguay, e l’esportazione di prodotti ricreativi non è consentita. Incredibilmente, a fine 2022 il Dipartimento di pubblica sicurezza canadese ha stimato come il 33% del mercato della marijuana sia ancora controllato dal traffico illegale.


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