Cronaca

Milano, due fermati: arruolavano per l’Isis, minacce a Meloni e agli ebrei

di Angelo Vitale -


E’ in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo – con 2 arresti operati nei confronti di un cittadino egiziano e un naturalizzato italiano di origine egiziane, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.

L’operazione è condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Le indagini hanno permesso di accertare che i due fermati facevano opera di proselitismo per l’Isis: arruolavano aspiranti terroristi online.

Ieri, nel capoluogo lombardo, si era svolto un vertice al Palazzo di giustizia  tra i magistrati che si occupano di antiterrorismo e il capo della procura Marcello Viola, il sostituto procuratore nazionale antimafia Barbara Sargenti e gli esperti di Digos, Ros, Nucleo informativo dei carabinieri e Gico per fare il punto sulla situazione dopo gli ultimi sviluppi internazionali.

L’incontro, già fissato la scorsa settimana, arrivava all’indomani dell’arresto di Ibrahim T. che sabato scorso, con una copia del Corano in mano e con addosso una tunica islamica, aveva urlato “Allah akbar” mentre si scagliava a mani nude contro tre passanti, ferendone in maniera lieve uno al volto, in fondo a viale Monza a Milano. L’uomo, privo di documenti e fuori di sé, era stato arrestato dagli agenti – sarà interrogato oggi dal gip – e accompagnato in ospedale viste le sue condizioni alterate. “L’episodio è una spia di una situazione di tensione” spiegavano gli inquirenti, che hanno fatto una ‘ricognizione’ di quelli che possono diventare temi e obiettivi sensibili.

L’attività di monitoraggio riguarda “l’intero territorio, le carceri restano un luogo sensibile dove il monitoraggio funziona molto bene, siamo sul pezzo, per l’ultimo episodio parliamo di spia e non di allarme”.

AGGIORNAMENTI

ORE 09.30

I due arrestati nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano condotta dagli agenti della Digos, erano “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando “cause di sostegno” dello Stato islamico, al quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”. Così il procuratore della repubblica di Milano Marcello Viola. In tarda mattinata, alle 11.30, una conferenza stampa in Procura.

ORE 10.30

Minacciavano online importanti rappresentanti delle istituzioni italiane, tra cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i due egiziani arrestati all’alba di oggi in un’operazione antiterrorismo internazionale della questura di Milano e del compartimento della polizia postale Umbria – sezione cyberterrorismo, coordinata dalla procura di Milano.

Minacce che – a quanto si apprende – erano contenute in estesi commenti che i due lasciavano a corredo di post, anche violenti, pubblicati su chat Whatsapp, Telegram e Facebook.

Tra gli accertamenti, la scoperta di una raccolta fondi indirizzata alle vedove dei militanti Isis morti. Ritrovato anche, in un video, il giuramento di uno dei due presunti terroristi fermati.

Era stata aperta da due anni, nel 2021, l’indagine della procura di Milano che ha portato all’alba di oggi all’arresto dei due egiziani ritenuti membri dell’Isis, organizzazione terroristica per cui facevano propaganda e proselitismo online. I due – a quanto si apprende – non sarebbero stati pronti a passare all’azione: dalle indagini, infatti, non sarebbero emerse evidenze della preparazione di un attentato in Italia.

L’attività era online: sui gruppi Whatsapp, Facebook e Telegram i due lasciavano estesi commenti, in cui rimarcavano la loro fedeltà a Isis e minacciavano l’Occidente e, in particolare, le istituzioni italiane, tra cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sempre online i due raccoglievano fondi, che poi inviavano in Medio Oriente – in Yemen, Siria e anche Palestina – a donne rimaste vedove di miliziani.

Le indagini, condotte dall’antiterrorismo internazionale della questura di Milano e del compartimento della polizia postale Umbria – a quanto si apprende – sono nate da un monitoraggio di dati open source (Osint) su siti e piattaforme social. Da lì gli inquirenti sono giunti agli arrestati di oggi: due egiziani sui 40-50 anni, residenti nell’hinterland milanese e impiegati nel settore delle pulizie, uno come addetto, l’altro come titolare di un’impresa adesso chiusa. Sarebbe stato uno dei due a indottrinare l’altro. Il video del giuramento di fedeltà a Isis è stato ritrovato nel corso di una perquisizione.

 


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