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Quegli europei italo-turchi a braccetto col sultano

di Eleonora Ciaffoloni -

ROME, ITALY - JUNE 11: The flags of Turkey and Italy are seen beside UEFA and FIFA flags prior to the UEFA Euro 2020 Championship Group A match between Turkey and Italy at the Stadio Olimpico on June 11, 2021 in Rome, Italy. (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)


Gli europei 2032 si terranno in Italia e Turchia. È arrivata ieri la decisione ufficiale della Uefa per il torneo calcistico europeo che verrà organizzato congiuntamente nei due Paesi. Dopo una prima candidatura singola, Italia e Turchia hanno deciso di unirle per convincere le istituzioni del calcio europeo: così ieri a Nyon il comitato esecutivo ha dato il via libera. Una edizione itinerante come lo è stata in parte quella del 2021 (Euro 2020) e come anche lo sarà Euro 2028 che si disputerà in Regno Unito e Irlanda con le partite che verranno giocate tra Inghilterra, Irlanda, Galles e Scozia.

E se per la Turchia si tratta di un esordio, l’Italia arriva a ospitare la competizione europea di calcio per la terza volta, dopo le edizioni del 1968 e del 1980. I due Paesi ospitanti si divideranno equamente le partite, comprese quelle più importanti: secondo le prime ipotesi vi è la possibilità di far giocare la partita inaugurale allo stadio Ataturk di Istanbul, mentre la finale allo Stadio Olimpico di Roma. Per il Presidente federale e Vice Presidente Uefa Gabriele Gravina: “Si tratta di una svolta storica per noi, un traguardo che abbiamo inseguito per tanti anni: è dal 1990 che l’Italia non aveva la possibilità di organizzare la fase finale di un evento calcistico così importante, quindi se ci proiettiamo al 2032 saranno 42 anni. Dimostreremo la nostra capacità organizzativa e gestionale dei grandi eventi da parte del nostro Paese”. E qui torna la questione stadi: le federazioni di Italia e Turchia avranno tempo fino al 2026 per individuare gli impianti (cinque a testa) dove ospitare i vari match.

Secondo Gravina la scadenza del primo ottobre 2026 offre un “tempo importante per progettare e realizzare” considerando che, sottolinea “già tre stadi sono stati considerati in modo positivo” per gli europei e quindi “ne mancano due o tre”. I tre che sarebbero già pronti sono lo stadio San Siro di Milano, lo Stadium di Torino e l’Olimpico di Roma, mentre da valutare gli stadi di Napoli, Genova, Bari, Bologna, Firenze, Verona e Cagliari con Palermo come prima alternativa. Un’occasione per rivoluzionare e rimettere a nuovo alcune infrastrutture, mentre rimane l’incognita delle tempistiche e della burocrazia all’italiana.


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