Attenti a QuElly
ELLY SCHLEIN SEGRETARIA DEL PARTITO DEMOCRATICO NICOLA ZINGARETTI POLITICO
QuElly non sono i classici spiriti maligni dei film, quelli che compaiono e ti tormentano la notte, ma sono i sempre padroni del Pd. QuElly hanno fatto solo finta di lasciare il testimone, ma nei fatti restano i manovratori indiscussi del variegato mondo del Nazareno. A testimoniarlo la “teoria delle due verità” della sinistra attuale.
La prima, appunto, è quella raccontata dalla segretaria, ovvero che basta il 20 per cento per ritenersi soddisfatti alle europee. Questa soglia, a suo dire, basterebbe per la riconferma al vertice. Stiamo parlando di una percentuale più o meno simile a quella per cui al buon Letta è stato dato il benservito. Considerando i risultati delle ultime tornate elettorali, dove non è stata raggiunta neanche la doppia cifra, secondo la Schlein è quota salvezza, calcisticamente parlando. Ecco perché nelle ultime ore utilizza ogni scusa possibile per alzare la voce, far sentire la sua presenza. Per dirla in breve, la sardina crede ancora di poter nuotare tra gli squali anche per i prossimi anni. Per tale ragione, pensa che basti riunire i compagni nostalgici oppure cavalcare qualche indiscusso problema, come appunto la sanità, per restare a galla. Non a caso si scaglia contro l’altra donna della politica nazionale, Giorgia a capo di Palazzo Chigi, accusandola di “smontare il diritto alla salute”. Nelle campagne elettorali di una volta, tale copione era perfetto per sopravvivere.
Questo schema, però, non piace a QuElly, ovvero la storica nobiltà dem, coloro che qualcuno chiama i dinosauri. La rivolta dei pesciolini emiliani non ha funzionato. Così si rischia di sbattere contro un muro e di uscire fuori dai palazzi, che nei fatti non sono mai stati abbandonati. Ragione per cui non si può rischiare che la segretaria raggiunga il 20 per cento di sopravvivenza. Così i generali, i volponi si inventano un’altra verità, ovvero che la forza nata dalla fusione tra Ds e Margherita deve prendere il 22,5 per cento, traguardo raggiunto alle europee del 2019, per dimostrare che si sta proseguendo sulla strada giusta. Se tale percentuale non verrà raggiunta, meglio rimescolare le carte e perché no fare un passo indietro, riaprendo i cancelli del Jurassik Pd.
Il progetto di QuElly, quindi, è sfruttare la Cgil, i cori di Bella Ciao per assicurarsi comode poltrone a Bruxelles. Per sedersi in Europa, d’altronde, basta molto meno del 20 per cento e dopo invece mandare a casa colei che è servita alla causa. Uno piano studiato, in modo scientifico, dai vari Bettini e Zingaretti. In particolare, quest’ultimo, prima spera di utilizzare l’onda rossa per guidare i socialisti continentali e poi raggiunto il fine desiderato scaricare il mezzo utilizzato. In modo ironico, possiamo pensare alla storica frase di Gomorra “c ripigliamm tutt chell ch’è o nost”. Il problema, però, è che per fare ciò Nicolone dovrà sedersi con quel Franceschini, che già una volta lo ha costretto a fare bagagli dal Nazareno.
Il controsenso è che per riprendersi lo scettro perduto sono indispensabili ancora QuElly. Stiamo parlando dei petalosi, che forse sono riusciti addirittura a far peggio dello “stai sereno” di renziana memoria. Non è da escludere che “QuElly”, per capirci la troupe guidata dai Franceschini di turno, quando si riavrà il controllo del palazzo lasceranno Zinga nella solitudine di Bruxelles e loro invece torneranno a tirare i fili nella capitale, come i migliori Mangiafuoco di collodiana memoria. Il potere è Roma. La stessa Europa che conta, pur trattandoci da sudditi di un reame, dialoga con un’aristocrazia che certamente nella nazione, che una volta ospitava lo Stato Pontificio, difficilmente potrà essere rappresentata a lungo da chi predica l’utero in affitto. Stavolta per Schlein battere QuElly sarà come per un ciclista vincere sullo Zoncolan dopo aver forato due volte.
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