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Social communication: ecco come cambia l’incoming turistico istituzionale

di Redazione -


Social communication: ecco come cambia l’incoming turistico istituzionale – di ANGELA ARENA

La digital communication è oramai entrata prepotentemente in ogni settore del quotidiano,
modificando profondamente le nostre abitudini di vita: passiamo, innegabilmente, gran parte del giorno dinanzi ad uno schermo, sia esso quello di un pc, di uno smartphone o di un tablet, strumenti questi ultimi, che si sono necessariamente trasformati in un filtro attraverso cui osserviamo ed interagiamo con il mondo esterno.

Dallo smartworking ai meeting aziendali, dal pagamento delle utenze domestiche alla spesa alimentare, oramai tutto passa attraverso il web, ed è inutile sottolineare, come le necessarie e stringenti misure di contenimento alla mobilità, adottate durante l’emergenza pandemica, abbiano notevolmente influito sull’ ascesa di questo trend. Secondo una ricerca condotta da wearesocial.com, nel 2022, si sarebbero connessi ad Internet circa 51 milioni di italiani, dei quali, ben 43 sarebbero attivi sulle piattaforme social, con una media di 2 ore giornaliere. L’indiscutibile rilevanza dei mezzi di comunicazione digitale ed in particolare dei social media, quale strumento essenziale, emerge anche dall’attuale quadro socio economico, come opportunità di sopravvivenza di molte attività imprenditoriali, chevengono oramai svolte quasi esclusivamente online.

In particolare, come è stato sottolineato durante il PA social Day, i social media rappresentano, ad oggi, lo strumento di comunicazione più efficace per instaurare un dialogo diretto tra cittadini ed istituzioni allo scopo di garantire maggior qualità e trasparenza, nonché, mezzo prescelto dall’utenza: il 78% degli italiani troverebbe utili le informazioni ed i servizi della Pubblica Amministrazione su social network e chat.
Il riflesso di tale inedito scenario va a ripercuotersi in maniera diretta su quello che si sta rivelando un settore in crescita, ovvero l’incoming turistico territoriale dei Comuni non interessati dal turismo di massa, che risulta profondamente trasformato e modellato dalle nuove tecnologie, allo scopo di migliorare l’esperienza dei visitatori. Secondo uno studio condotto dall’azienda di consulenza Deloitte, la spinta risulterebbe incentivata non solo dalle restrizioni pandemiche, ma anche dalla progressiva ricerca da parte dell’utente di un turismo percepito come sostenibile in un’ottica di rivalutazione dei borghi di prossimità al di fuori delle località più note: il 63% degli intervistati, infatti, sarebbe sempre più incline a cercare esperienze locali.

Prenotazioni, trasporti, alloggi, visite guidate e sicurezza, oramai, chiunque si appresti a scegliere una meta, si affida al web e, ancor più spesso, alle pagine social. Invero ad incidere maggiormente sulla promozione e valorizzazione di un territorio è l’impatto emotivo e visivo prodotto dai contenuti pubblicati da travel blogger e content creator, insito nel concetto di immediatezza quale obiettivo principale del visual marketing, strumento proteso a suggestionare, informare, proporre e persuadere il consumatore attraverso l’indiscutibile potenza delle immagini e da cui scaturisce una vera e propria lead generation.

Invero, nel moderno linguaggio social, l’attrattività dei luoghi viene illustrata attraverso uno scenografico carosello nel feed, o un reel minuziosamente montato, in cui la voce del traveller accompagna virtualmente gli utenti in itinerari personalizzati, intelligenti e sostenibili costituiti da immagini-luogo mozzafiato.
Quanto appena detto trova, oggi più che mai, un’indiscussa conferma nella nuova campagna di comunicazione globale pubblicitaria dell’Agenzia Nazionale del Turismo, realizzata in collaborazione con il Ministero del Turismo, laddove, l’iconica Venere del Botticelli, vestendo i panni di una moderna influencer conduce i visitatori alla scoperta del Belpaese e dei suoi angoli più reconditi.
L’operazione commerciale persegue l’intento di rilanciare ed aumentare la visibilità delle divine attrazioni turistiche italiane all’estero, mettendo in campo un’ inaspettata ambasciatrice “virtual content creator and testimonial” rappresentata mentre mangia la pizza, va in bici, gioca a golf, indossa jeans, bluse annodate sull’ombelico e caftani e si scatta selfie sullo sfondo di destinazioni più o meno conosciute tra cui Roma, Venezia, Capri e la Costiera Amalfitana.

Sebbene, sia stata spesso oggetto di critiche provenienti dallo stesso web, ‘Open to meraviglia’ non rappresenta altro che la trasformazione della dimensione contemporanea relativa all’immagine turistica laddove, uscendo dagli schemi tradizionali, il dialogo diviene informale e confidenziale conformandosi alle pratiche del tempo libero moderno.


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