Esteri

Kevin McCarthy silurato dai trumpiani: “Non sono veri repubblicani”

di Giovanni Vasso -


Kevin McCarthy non è più lo speaker della Camera Usa. I repubblicani hanno silurato l’esponente di spicco del Gop e l’ala trumpiana del partito lo ha accusato di “intelligenza con il nemico”, nel caso specifico, di aver tentato di accordarsi coi democratici. E di averlo fatto, tra le altre cose, sui fondi da utilizzare per dare sostegno all’Ucraina in modo tale da evitare lo shutdown e la paralisi della macchina amministrativa americana. Dando, così, un prezioso assist alla Casa bianca. Ma la gratitudine è sempre il sentimento del giorno prima. E gli stessi dem hanno votato a favore della mozione di sfiducia, non hanno voluto salvare lo speaker e il presidente Joe Biden ha immediatamente suonato la carica. Subito una nuova votazione, subito un altro presidente della Camera perché “le sfide” internazionali e interne del Paese “non aspettano”.

Tra i maggiori accusatori di McCarthy c’è Matt Gaentz, esponente di spicco dell’ala Gop vicina all’ex presidente Donald Trump. “I membri del partito repubblicano potrebbero votare in modo differente sulla mozione di sfiducia dopo aver sentito quello che lo Speaker ha da dirci sul suo accordo segreto con Joe Biden sull’Ucraina”, ha “sfidato” Gaentz. La Camera, intanto, ha votato e ha silurato Kevin McCarthy. Che, in conferenza stampa, si è difeso: “Ho perso un voto ma ho combattuto per ciò in cui credo e io credo nell’America”. L’ormai ex speaker ha ammesso gli accordi coi dem e ha affermato di “non essere pentito” di aver negoziato con gli avversari politici. Ciò perché, ha spiegato, “mi hanno insegnato a risolvere i problemi, non a crearli”. Infine, Kevin McCarthy s’è tolto qualche pietra dalle scarpe: “I trumpiani? Da loro un attacco personale. Ma non sono i veri repubblicani, non c’entrano con il partito di Reagan”.


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