Dal Qatar agli Emirati, ecco chi saranno i nuovi padroni
Il Qatar, l’Arabia Saudita, Singapore sono vicine. Oggi più che mai. Sono già tra noi. Specialmente nelle grandi città. A Roma e soprattutto a Milano. La presenza dei fondi sovrani stranieri nel mercato immobiliare italiano è già una certezza. Da anni. Qualcosa, però, sta cambiando. E oltre ai “soliti” uffici, alberghi e centri commerciali, adesso iniziano a far gola i complessi residenziali. Non per forza di lusso.
Il Qatar, per esempio, aveva in portafoglio, solo fino a un anno fa, asset per circa cinque miliardi di euro. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore a ottobre scorso, Ahmed Al-Hammadi, chief investiment officer per l’Europa di Qatar Investiment Authority, aveva riferito che l’asset allocation italiana era costituita dal 70% di uffici, “poco meno del 20% di hospitality” e, infine, circa il 10 per cento di residenziale. Proporzioni simili a quelle che “si riflettono nell’asset allocation europea”.
Ma il dialogo con i fondi sovrani rappresenta, anche per il settore immobiliare, una precisa strategia geo-economica del governo. Del resto, i fondi, soprattutto quelli sovrani, hanno quello che a tutti manca e che tutti, perciò, desiderano: la liquidità necessaria ad affrontare le grandi sfide. Come quella posta dall’Europa sulla casa green. Oppure quelle legate alla trasformazione urbana delle grandi città. A Milano, per esempio, Invimit – partecipata del Mef – ha avviato, come ha riportato Reuters a giugno scorso, una serie di interlocuzioni coi fondi stranieri. Da quelli sauditi e di Singapore, che già lavorano in Italia, fino al potentissimo fondo sovrano norvegese. Per coinvolgerli nel progetto del (totale) restyling di Piazza d’Armi: un miliardo di euro per costruire uffici e alberghi ma, soprattutto, alloggi. Una sfida che la partecipata non può affrontare da sola e per la quale sta cercando un partner. I termini delle manifestazioni d’interesse, proprio per accogliere nuove adesioni, sono ulteriormente slittate al 31 ottobre. L’immobiliare è uno dei settori economici che più interessa agli investitori esteri e su cui il governo italiano, al fine di annodare più solide relazioni coi Paesi dell’area mediorientale, s’è impegnato maggiormente.
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